Dopo il rifiuto dell'elemosina la rapina al 90enne. Carabinieri: "Forse le 3 donne lo avevano puntato"
Nelle telecamere non c'è traccia della loro presenza. L'appello di Basilicata agli anziani: "Diffidate degli sconosciuti"
E' scattata dopo il rifiuto dell'elemosina la rapina messa a segno nel pieno centro di Foggia (e poi conclusasi con l'arresto, LEGGI QUI) dalle tre donne (15, 17 e 45 anni, quest'ultime due madre e figlia) di etnia rom ai danni di un anziano signore che aveva appena prelevato 3mila euro in banca.
VITTIMA FUORI PERICOLO. Nelle immagini di video sorveglianza dell'isituto di credito e del circordario non c'è traccia delle donne, ma secondo i carabinieri che le hanno tratte in arresto, probabilmente, l'uomo è stato seguito con l'intento di rapinarlo. L'anziano signore, nonostante l'aggressione subìta (che gli ha procurato una ferita alla testa e ematomi sull'anca e sulla coscia destra), interrogato dai carabinieri, ha saputo riconoscere senza ombra di dubbio le autrici della rapina: sta bene e 10 sono i giorni diagnosticati per la sua guarigione.
AVEVANO GIA' SPARTITO IL BOTTINO. Le donne, invece, rintracciate in via Ingino mentre tentavano la fuga subito dopo la rapina, bloccate e arrestate con il bottino già spartito (la più anziana aveva con sè 2800 euro, le minorenni "una paghetta" di 100 euro a testa), hanno precedenti per i medesimi reati. Quella adulta è stata associata al carcere di Foggia mentre la 15enne e la 17enne ora si trovano nell'istituto penale per minorenni di Bari.
L'APPELLO DEL COMANDANTE BASILICATA. Alla fine della conferenza tenutasi questa mattina presso la caserma del Comando provinciale dei carabinieri, il comandante Basilicata ne ha voluto approfittare per lanciare un appello affinché tutti, ma specialmente le persone anziane, si tutelino in casi come questo diffidando degli sconosciuti. Ed anche in quei casi in cui si presentano sull'uscio di casa presunti tecnici della luce e del gas, piuttosto che sedicenti agenti delle forze di polizia o ancora chi dice di vantare crediti da figli, parenti e nipoti delle malcapitate vittime.
"In tutte queste occasioni - ha sottolineato Balisicat - non si deva mai aprire la porta. Bisogna, invece, prima accertarsi di quanto sostenuto dagli avventori che si palesano sull'uscio delle nostre case".
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