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Droga, usura e violenza, 14 arresti a Troia. Seccia: “E’ un disastro sociale”

Un anno e mezzo di indagini, inchiesta “multireato”

Le indagini, complesse e articolate, sono partite 18 mesi fa. A coordinarle gli inquirenti della Procura di Lucera. Tutto è partito da un esposto anonimo in cui si faceva riferimento ad una fiorente attività di spaccio di stupefacenti - soprattutto cocaina - nel centro abitato di Troia e alle condotte di spaccio di due fratelli del posto. Quella così avviata sembrava un’indagine tesa a debellare l’ennesima organizzazione operante sul territorio di Capitanata ed impegnata nello smercio di stupefacenti. Ma dalle indagini è presto emerso “un disastro sociale”, come lo ha definito il procuratore capo di Lucera, Domenico Seccia: nella trama dell’inchiesta, infatti, sono emersi anche altri reati quale l’usura ed un episodio gravissimo di violenza sessuale in famiglia.
LE INDAGINI hanno trovato compimento all’alba di oggi, con un blitz che ha portato all’esecuzione, da parte dei militari dell’Arma, di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 14 soggetti che, secondo l’accusa, avevano costituito una banda dedita allo spaccio di cocaina, che operava indisturbata con la forza della violenza e dell’intimidazione. Un’organizzazione radicata nel territorio cittadino, che aveva come base operativa il centro storico, ma che riusciva a coprire l’intero centro abitato. Nell’ambito delle indagini però, è anche emerso come, in un’occasione, due degli indagati - insieme ad un altro soggetto arrestato sempre questa mattina - avevano prestato denaro ad un operaio foggiano di 30 anni, praticando un tasso d’interesse insostenibile che poteva variare dal 15 al 30% mensile. In breve tempo – circa 6 mesi – l’operaio si era trovato il suo debito esattamente raddoppiato: da 30mila a 60mila euro. Quando la vittima non riusciva a saldare le rate del debito così come richiesto, veniva intimidita con minacce, percosse e danneggiamenti. Persino l’incendio della propria autovettura, vessazioni e soprusi così gravi da indurre l’operaio a fuggire dal proprio paese abbandonando anche la famiglia.
LA ‘CRISI’ DELLA FAMIGLIA. Tra le figure ritenute “di spicco” della banda, i militari hanno identificato un uomo di 42 anni che abusava della figlia quindicenne e che per questo è stato arrestato su ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il fatto avvenne a gennaio dello scorso anno: l’uomo aveva portato, a bordo della propria auto, la figlia minore nelle campagne limitrofe all’abitato di Troia, e qui l’aveva costretta a subire un rapporto carnale. Il quarantaduenne, venne immediatamente identificato e catturato su ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Lucera con l’accusa di violenza sessuale, e da allora si trova ristretto in carcere, dove gli è stato notificato l’attuale ordine di cattura. In seguito si è accertato che gli episodi di violenza sulla figlia continuavano da oltre un anno, all’insaputa degli altri familiari. Tra i 14 arrestati, ci sono anche i membri di due diversi gruppi familiari. In uno di questi – che in nessun modo è legato all’episodio di violenza - i militari hanno identificato un 23enne, incubo dei cittadini del centro del Rosone. Il ragazzo negli ultimi mesi del 2011 aveva terrorizzato i suoi concittadini ai quali distruggeva, per il solo piacere di farlo, le autovetture parcheggiate in strada, incendiandole con diavolina e liquido infiammabile.

di Redazione 


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