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Scoperta joint-venture tra mafia foggiana e garganica, la droga unisce i clan

Dieci arresti eseguiti dalla polizia di Foggia, Bari e dallo Sco

Sono dieci le persone arrestate, di cui cinque in carcere, dalla Polizia di Stato di Foggia, di Bari e del Servizio Centrale Operativo, nell'ambito dell'operazione 'Ultimo Avamposto' coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Bari. Gli arresti sono stati eseguiti nelle prime ore del mattino a seguito dell'ordinanza cautelare emessa dal GIP di Bari per il reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
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GLI ARRESTI. Custodia cautelare in carcere per il viestano Claudio Iannoli che, dopo l'arresto di Girolamo Perna, aveva preso in mano le redini del gruppo criminale locale; per i foggiani Luciano De Filippo, ritenuto vicino alla consorteria criminale dei Sinesi-Francavilla e Alessandro Mastrorazio, suo fido adepto; per il manfredoniano Gaetano Renegaldo, vicino alla consorteria criminale dei Sinesi-Francavilla e per il pescarese Stefano Caldarelli. Sono finiti, invece, agli arresti domiciliari Wanda Campaniello e Ivan Ventura, Antonio Balsamo, Andrea Scaglione e Christian Serra.

LA JOINT VENTURE. L'operazione 'Ultimo Avamposto', denominata in tal modo in onore del gruppo d'indagine costituito dalle Forze dell'ordine per dedicarsi esclusivamente alla criminalità garganica, assume valore perchè per la prima volta le risultanze investigative fanno emergere l'esistenza di una joint-venture tra esponenti della mafia foggiana, manfredoniana e garganica al fine di coordinare lo smercio della droga sia sul mercato locale che nelle regioni limitrofe. È stato accertato, infatti, attraverso una serie di intercettazioni e captazioni ambientali una centrale di spaccio fissata in Abruzzo e per la precisione a Montesilvano, nell'hinterland pescarese.
Fondazione Buon Samaritano

GLI 'AMICI DI CLAUDIO'. Le indagini hanno seguito un filone investigativo nato dopo i sequestri di circa una tonnellata e mezza complessiva di droga, avvenuti in due occasioni: nel marzo 2017 a Vieste e nel giugno 2017 a Peschici. Nella circostanza furono arrestati due albanesi che, scoperti da agenti in borghese, in un primo tempo avevano tentato di giustificarsi ripetendo più volte: “Siamo amici di Claudio”. Da quel momento, è stato deciso di intensificare l'attività di osservazione del viestano Claudio Iannoli sebbene a lui non è stato possibile ricondurre la responsabilità di quei due sequestri.

LE INDAGINI. È emerso, tuttavia, che dopo l'arresto di Girolamo Perna a Vieste, Claudio Iannoli ha messo in piedi una rete di conoscenze con la criminalità foggiana, in special modo con Luciano De Filippo e con quella manfredoniana attraverso in contatto con Gaetano Renegaldo. Ciò al fine di collaborare nello smercio della droga proveniente in gran parte dall'Albania. Lo sviluppo delle indagini consentiva poi di accertare che lo stupefacente acquistato dal gruppo veniva destinato oltre che all’area garganica, nel tentativo di ampliare e massimizzare i profitti illeciti, anche al mercato pescarese. Difatti, i territori maggiormente coinvolti dal fenomeno del traffico di cocaina sono risultati essere i comuni di Foggia, Manfredonia, San Giovanni Rotondo, Troia, Vieste, Pescara, Montesilvano e Francavilla a Mare.

ARRESTO IN FLAGRANZA. Acquisiti numerosi elementi di prova, si è proceduto con l’arresto in flagranza di 4 persone e col sequestro di un vero e proprio laboratorio per la lavorazione ed il confezionamento della cocaina, nonché di gr. 300 di hashish. Il sodalizio facente capo al duo Iannoli-De Filippo si avvaleva della piena collaborazione della compagna Wanda Campaniello e aveva impiantato a Pescara una vera e propria base logistica, potendo contare sull’apporto dei sodali Stefano Caldarelli e Andrea Scaglione.

IL CANALE MANFREDONIANO. Dalle indagini è emerso, infine, il ruolo di Gaetano Renegaldo che, attraverso l'intermediazione di Claudio Iannoli, è entrato in affari con il sodalizio foggiano contattando Alessandro Mastrorazio e rifornendolo di cocaina destinata al mercato pescarese. Per farlo si è avvalso dell'appoggio di Antonio Balsamo, incaricato in numerosissime occasioni di fargli da autista, assicurandogli spostamenti “sicuri”. L'operazione si pone in continuità con quella denominata “agosto di fuoco”, in realtà protrattasi per cinque mesi, da giugno a novembre 2018, con cui la Polizia di Stato, in tre distinte operazioni, tutte coordinate dalla DDA di Bari, ha complessivamente arrestato, per traffico di droga aggravato dal metodo mafioso, 17 malavitosi, tutti esponenti di quella criminalità organizzata.
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di Michele Gramazio


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