A pochi giorni dalle celebrazioni della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, giornalisti e fotografi sono chiamati a dare notizia di due diversi casi di stalking consumati a Foggia. Due episodi diversi, due delle tante facce di un fenomeno grave e insidioso quale è quello che risponde al tanto atteso 612bis del codice penale.
VIOLENZE E MINACCE. Una relazione iniziata nel 2007 per quelli che oggi sono due ventunenni. Una storia che è andata avanti, seppur tra alti e bassi, fino a pochi mesi fa. Lei, studentessa universitaria, si è legata ad un ragazzo che, sin da subito, ha mostrato il suo lato aggressivo. Dallo schiaffo alle percosse refertate il passo è stato breve. Poi, dalla primavera di quest’anno, il comportamento del giovane è diventato sempre più “feroce” a causa di una ingiustificata gelosia. Le minacce e le percosse diventavano quotidiane e non hanno risparmiato la ragazza nemmeno in circostanze particolari (quali un aborto subito e poi una nuova gravidanza). Più lui era violento, più lei ne diventava succube, al punto tale da acconsentire ad una convivenza, annunciata già come impossibile. Quotidianamente, pretendendo di farle confessare presunti tradimenti, il 21enne la insultava e la picchiava, stringendole le mani al collo fino a farla diventare cianotica. Impossibile, per lei, confessare il suo malessere, poiché il compagno cercava di impedirle ogni tipo di relazione e rapporto con amici e parenti. Un incubo durato fino al 3 novembre scorso, quando la ragazza, dopo essere stata ancora una volta picchiata e minacciata, ha trovato il coraggio di denunciare il suo aguzzino e di lasciare la città. Il ragazzo, C.L., classe 1991, è stato arrestato dagli agenti della squadra mobile di Foggia che hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal gip di Foggia, Michela Valente, su richiesta del pm Rosa Pensa, in quanto responsabile del reato di stalking e maltrattamenti in famiglia.
TELEFONATE HOT E AVVERTIMENTI. Diverso, per modalità e tipologia di rapporto, invece, è quanto accaduto ad una professionista foggiana, una avvocatessa di 50 anni, sposata e con una vita regolare e serena. La situazione, per lei, è precipitata nel momento in cui ha deciso di pubblicare sulle pagine di un giornale locale, un annuncio per la vendita di mobili antichi. Ed è così che è iniziato l’inferno: dalla pubblicazione di quella inserzione si sono susseguite telefonate su telefonate, tutte dal chiaro contenuto equivoco e volgare, tutte da parte della stessa persona, un anonimo interlocutore. Quest’ultimo, nelle varie conversazioni aggiungeva sempre nuovi ed inquietanti particolari che dimostravano quanto l’uomo conoscesse la donna e la controllasse nelle sue attività quotidiane. Nemmeno l’intervento del marito, che non poteva tollerare tale situazione, è riuscito a porre fine a tali episodi. Al contrario: l’interlocutore anziché desistere, ha continuato a molestare l’avvocatessa con maggiore convinzione, coinvolgendo nelle sue fantasie tutta la famiglia: il marito e la figlia di appena 8 anni. Dopo la denuncia presentata dalla donna e a seguito di una delicata e laboriosa attività investigativa, gli agenti della squadra mobile di Foggia hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti del foggiano D. C. M., impiegato di 56 anni, responsabile del reato di stalking.