Un vero e proprio regolamento di conti di stampo mafioso. Su quanto avvenuto ieri, nelle campagne tra Arpicena e San Paolo Civitate, non sembrano esserci molti dubbi. Gli omicidi di Michele e Giuseppe Padula, zio e nipote rispettivamente di 28 e 47 anni, si ascrivono alla tragica lista dei regolamenti mafiosi, aggiungendosi ai nomi di Guido e Giuseppe Padula, gli altri due membri della famiglia uccisi rispettivamente nel 2001 e nel 2004. A confermare la natura delle esecuzioni, anche l'intervento di Giuseppe Gatti della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari il quale, oltre agli uomini dell’Arma, si aggiunge ai nomi di Domenico Seccia e Maria Teresa Moscatelli della Procura di Lucera, tutti chiamati ad indagare sul caso.
IL REGOLAMENTO. Il duplice omicidio è avvenuto sulla strada provinciale 36, nel pomeriggio di ieri, giovedì 22 agosto. Due o più killer, a bordo di una Bmw, hanno esploso dei colpi di arma da fuoco contro l'autovettura guidata dal ventottenne Michele Padula, alla guida del proprio Suv Nissan. Quest'ultimo, pertanto, secondo i primi accertamenti, sarebbe morto sul colpo. Quanto allo zio, Giuseppe, sarebbe stato invece raggiunto al lato destro del volto, in quanto seduto dalla parte del passeggero: il decesso risulta essere avvenuto poche ore dopo l'agguato. Il Suv dei Padula inoltre, a seguito dell'inseguimento, è uscito fuori strada, ribaltandosi più volte fino a ad arrestarsi in una cunetta (cosa che, inizialmente, aveva fatto pensare ad un incidente stradale). Nella serata di ieri infine, va segnalato, gli inquirenti hanno ritrovato l'auto dei killer, completamente bruciata in agro Rignano Scalo.
IL DUPLICE OMICIDIO RUSSO. Una storia lunga quella riguardante la famiglia Padula. Lo stesso Giuseppe, lo zio di Michele, subì la condanna in primo grado all'ergastolo insieme con il fratello Vincenzo, in quanto coinvolti nel duplice omicidio datato 2001 che ha riguardato Michele e Matteo Russo, rispettivamente padre e figlio di 59 e 27 anni. Inizialmente vittime di lupara bianca, i loro resti vennero poi rinvenuti otto anni dopo da un gruppo di speleologi, durante un'incursione nelle viscere della grava Zazzano, in località San Marco in Lamis. Quanto a Giuseppe Padula invece, fu scarcerato per scadenza dei termini di custodia cautelare.
Un vero e proprio regolamento di conti di stampo mafioso. Su quanto avvenuto ieri, nelle campagne tra Arpicena e San Paolo Civitate, non sembrano esserci molti dubbi. Gli omicidi di Michele e Giuseppe Padula, zio e nipote rispettivamente di 28 e 47 anni, si ascrivono alla tragica lista dei regolamenti mafiosi, aggiungendosi ai nomi di Guido e Giuseppe Padula, gli altri due membri della famiglia uccisi rispettivamente nel 2001 e nel 2004. A confermare la natura delle esecuzioni, anche l'intervento di Giuseppe Gatti della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari il quale, oltre agli uomini dell’Arma, si aggiunge ai nomi di Domenico Seccia e Maria Teresa Moscatelli della Procura di Lucera, tutti chiamati ad indagare sul caso.
IL REGOLAMENTO DI CONTI. Il duplice omicidio è avvenuto sulla strada provinciale 36, nel pomeriggio di ieri, giovedì 22 agosto. Due o più killer, a bordo di una Bmw, hanno esploso dei colpi di arma da fuoco contro l'autovettura guidata dal ventottenne Michele Padula, alla guida del proprio Suv Nissan. Quest'ultimo, pertanto, secondo i primi accertamenti, sarebbe morto sul colpo. Quanto allo zio, Giuseppe, sarebbe stato invece raggiunto al lato destro del volto, in quanto seduto dalla parte del passeggero: il decesso risulta essere avvenuto poche ore dopo l'agguato. Il Suv dei Padula inoltre, a seguito dell'inseguimento, è uscito fuori strada, ribaltandosi più volte fino a ad arrestarsi in una cunetta (cosa che, inizialmente, aveva fatto pensare ad un incidente stradale). Nella serata di ieri infine, va segnalato, gli inquirenti hanno ritrovato l'auto dei killer, completamente bruciata in agro Rignano Scalo.
IL DUPLICE OMICIDIO RUSSO. Una storia lunga quella riguardante la famiglia Padula. Lo stesso Giuseppe, lo zio di Michele, subì la condanna in primo grado all'ergastolo insieme con il fratello Vincenzo, in quanto coinvolti nel duplice omicidio datato 2001 che ha riguardato Michele e Matteo Russo, rispettivamente padre e figlio di 59 e 27 anni. Inizialmente vittime di lupara bianca, i loro resti vennero poi rinvenuti otto anni dopo da un gruppo di speleologi, durante un'incursione nelle viscere della grava Zazzano, in località San Marco in Lamis. Quanto a Giuseppe Padula invece, fu scarcerato per scadenza dei termini di custodia cautelare.