A Foggia palazzi nuovi e cantieri spuntano un po’ ovunque. Anche dove meno te lo aspetti. Eppure, “l’annualità 2013 è stata una delle peggiori dal dopoguerra, sicuramente quella che ha fatto registrare il minor numero di ore lavorate dalla data di costituzione della Cassa Edile di Capitanata”. Perché dati alla mano, quelli pubblicati dall’Osservatorio congiunturale dell’Edilizia sul numero di ‘Mondo Edile' offrono un quadro oscuro sul settore edilizio in provincia di Foggia.
I DATI DELL’OSSERVATORIO Sono stati 3.824 i cantieri aperti lo scorso anno, 1.760 le imprese impegnate, 7.531 i lavoratori utilizzati, 4.859.024 le ore lavorative e poco meno di 50milioni di euro (4 9.863.254 euro) la massa salari. Per il Comitato di Presidenza della Cassa Edile di Capitanata, rappresentato dal Presidente, Marco Insalata e dal Vice Presidente, Urbano Falcone, i principali indicatori sulla situazione edile in Capitanata “sono tutti con il segno meno, così come avviene ininterrottamente dal 2008; nel 2013, tuttavia, le perdite sono molto più accentuate”. Le ore lavorate, infatti sono diminuite di oltre il 20% rispetto al 2012 e sono pressoché dimezzate rispetto al 2008. Inoltre, “la perdita di ore lavorate ha determinato l’espulsione massiccia di manodopera dal settore. I lavoratori attivi si sono ridotti nel 2013 di quasi 1.500 unità (-16,5%) rispetto al 2012. Anche le imprese attive pagano in maniera pesante la mancanza di lavoro, e fanno registrare un saldo negativo superiore al 5,5%. Si riducono i cantieri, in numero ma soprattutto in dimensione, e diminuiscono, in maniera consistente, anche la massa salari, passata da oltre 85milioni nel 2008 a meno di 50milioni nel 2013”.
TERRITORIO PIU’ POVERO “Mai nella storia recente una fase congiunturale negativa era durata così a lungo – dice il Presidente, Marco Insalata – e non vi sono segnali che nel prossimo anno la tendenza possa modificarsi significativamente senza interventi drastici”. Per questo, il Comitato di Presidenza rinnova l’invito, di concerto con le parti sociali, alle pubbliche Amministrazioni, agli Enti di spesa e a tutti gli attori istituzionali, a mettere “in atto ogni sforzo, ogni utile iniziativa che porti ad invertire, subito, il segno della congiuntura”. Perché se è vero che in passato, proprio nei cantieri edili, la sicurezza sul lavoro è stato un optional (vedi il mancato utilizzo dei caschetti) o è stata utilizzata manodopera pagata a nero, adesso è giunto il tempo di “sostenere lo sviluppo con politiche concrete, a partire da una sensibile riduzione del carico fiscale sul lavoro – prosegue Urbano Falcone, Vice Presidente dell’Ente – così come abbiamo ben delineato negli ‘Stati generali dell’edilizia’, garantendo, nel contempo, il reddito ai lavoratori, con ammortizzatori sociali mirati che favoriscano la formazione e la riqualificazione professionale”. “Purtroppo – conclude il presidente Insalata – i nostri campanelli d’allarme sono rimasti inascoltati e le conseguenze sono oggi ben visibili a tutti: giorno per giorno, imprese storiche chiudono, e ogni volta che muore un’impresa, tutto il territorio diventa più povero”.