Valuta il ricorso al Tar per verificare le schede nulle, ritiene l’esito delle elezioni “un salto indietro di almeno 15 anni”, accusa Mongelli e Lonigro e si rammarica, almeno in parte, della spocchia mostrata nell’ultimo confronto pubblico pre-elezioni.
IL RICORSO. A poche ore
dalla proclamazione ufficiale del nuovo sindaco di Foggia, Augusto Marasco torna ad analizzare la vittoria di Franco Landella. Ed è un fiume in piena. Assicura “leale collaborazione” al sindaco ma, di fatto, non gli riconosce (ancora) il successo. “Al rispetto della democrazia – spiega Marasco - è ispirata anche la valutazione, che confermo e che sarà estesa al giudizio di tutta la coalizione, sull’opportunità di ricorrere al Tribunale Amministrativo Regionale sulla scorta delle numerose anomalie segnalate in almeno l'80 per cento delle sezioni elettorali: circostanze che non mi pare possano ignorarsi, considerando gli appena 366 voti di scarto tra me e Landella”.
LA RESTAURAZIONE. Per il candidato del centrosinistra, questa spaccatura a metà dell’elettorato dovrebbe indurre tutti ad abbandonare tanto i toni trionfalistici quanto quelli della disfatta. Marasco considera “la maggioranza, mi auguro provvisoriamente, uscita dalle urne, una soluzione arretrata e conservatrice, una specie di riflesso di restaurazione, un salto all'indietro di almeno 15 anni”.
I “TRADITORI”. Poi, passa all’analisi della sua coalizione che “deve insistere con un’azione di rinnovamento che è stata contrastata con tutti i mezzi, perfino quelli spregiudicati che hanno portato esponenti che si richiamano alla tradizione socialista a votare e invitare a votare il candidato della destra”. Cita “la corrente del risentimento degli sconfitti delle primarie del 9 marzo, che, tranne due lodevoli e leali eccezioni, hanno tradito i patti e giocato più o meno scopertamente a sfasciare” (Mongelli e Saraò). Infine, contesta la corrente di chi interpreta la rappresentanza politica e istituzionale come un potere invece che come un servizio, imbastendo reti solo opportunistiche che, quando arriva il momento di assumere scelte radicalmente innovative, si smantellano per andarsi a riposizionare altrove.
LE PAROLE ANTI-CAMORRA. Rivendica orgogliosamente le “ bellissime parole che mi ha scritto ieri Dario Vassallo, il fratello di Angelo, il sindaco-pescatore di Pollica ucciso dalla camorra, che ha voluto qualificare con la sua presenza a Foggia gli elementi del nostro programma ispirati alla promozione della legalità e di un diverso modello di sviluppo”.
“E’ FALLITA, HA FALLITO”. E dedica un angolo di riflessione anche all’ormai celebre confronto sospeso all’insegna “dell’intelligenza silente”. “Torno a scusarmi – spiega Marasco riferendosi all’ultimo incontro a Palazzo di Città con Landella - per il tono che in una sola occasione - ripeto, una sola - ho usato nei confronti del mio avversario. Per il resto, chiedo non sia scambiata per arroganza la mia dichiarata insofferenza per le posizioni ambigue: ho paura sarò facile profeta se dico che, prestissimo, si vedrà che ogni ambiguità si squaglierà alle imminenti prove del governo”.