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Emergenza freddo, le associazioni cercano strutture per accogliere i senzatetto

La ricerca di Caritas e Fratelli della Stazione

“La rete foggiana delle associazioni che si prendono cura dei senzatetto (Fratelli della Stazione, Caritas Diocesana, mense dei poveri) sta cercando una struttura, pienamente agibile e dotata di uno o più bagni, da adibire a ricovero straordinario per fronteggiare l'emergenza freddo’, da utilizzare in comodato gratuito o da fittare a prezzi modici”. E’ questo il messaggio che da qualche ora gira per i social network, in modo particolare su face book. Il motivo è presto detto. Il freddo è arrivato e per i senza fissa dimora di Foggia cominciano i problemi più seri. Come il dover dormire all’addiaccio di notte, quando le temperature scendono ed il rischio di morire per ipotermia è più che una probabilità. Ed anche se domani pomeriggio sarà riaperta la Casa di Accoglienza Santa Elisabetta d’Ungheria, gestita dalla parrocchia di Gesù e Maria, quei 16 posti letto in aggiunta ai 24 del Conventino della Caritas non bastano. Non coprono la domanda di povertà che è facile incontrare soprattutto la sera in stazione, dove si radunano la maggior parte dei clochard per ricevere un minimo di calore.

La ricerca fallita del Comune La ricerca da parte delle associazioni di una struttura in cui accogliere i senzatetto nasce all’indomani dell’incontro con Pasquale Pellegrino, assessore comunale alle Politiche Sociali. L’assessore Pellegrino ce l’ha messa tutta. Ha cercato, guardato, chiesto, girato. Ma niente. Non è uscita una sola struttura comunale o del Dopo Lavoro Ferroviario da mettere a disposizione per la causa. E così, con molta probabilità, anche quest’anno il Piano di Emergenza Freddo non sarà attuato dal Comune di Foggia. Per questo, Caritas e Fratelli della Stazione si stanno dando da fare per individuare una soluzione, da condividere anche col Comune, per offrire una dignitosa sistemazione a quanti non hanno un alloggio, un tetto sulla testa, un posto letto. L’idea, dunque, è di affittare un locale, un capannone, una struttura per adibirlo nel periodo dell’emergenza freddo. Magari, utilizzando anche qualche piccola risorsa economica del Piano Sociale di Zona o attraverso altri canali finanziari. La Caritas, di suo, è già pronta ad avviare l’operazione di accoglienza che lo scorso anno, in sinergia con numerose parrocchie cittadini, portò a dare un rifugio sicuro a più di cento persone. Il rammarico, però, è che ancora una volta il tema dei senzafissadimora pare interessare solo al privato sociale, all’associazionismo, ed in una città in cui i costruttori costruiscono palazzi in sfregio alla legge, è paradossale che il Comune non sia capace di destinare qualche locale per il Piano di Emergenza Freddo.

di Redazione 


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