Emergenza rifiuti a Foggia, Cardellicchio non può non capire: quella cartolina di degrado delegittima i commissari e aiuta l'anti-Stato
Non è vero, come viene detto ormai troppo sfacciatamente, che i commissari non hanno fatto nulla a Foggia. Il loro compito era assai arduo visto ciò che hanno trovato. Questo non va mai dimenticato e deve essere la premessa a qualsiasi discussione. Hanno però comunicato male, questo è vero. Hanno ascoltato pochissimo, questo è ancor più vero. Si sono trincerati nel 'Palazzo' e si sono affidati alle carte (tante), a dirigenti (qualcuno) e hanno usato il silenzio istituzionale per evitare polemiche. Solo nella seconda parte, con l'arrivo del prefetto Cardellicchio, le cose sono parzialmente cambiate. E se da una parte ha avuto la strada spianata in alcuni ambiti, perchè a togliere la polvere dagli incartamenti e segnare con la penna gli errori di alcuni provvedimenti ci aveva già pensato qualche suo collega, dall'altra si è trovato con alcuni impegni/affidamenti/progetti già operati dai suoi predecessori.
Cardellicchio in alcuni casi si è trovato con le mani (quasi) legate e non sempre ha compreso appieno la volontà di parte della cittadinanza nel porgergli un aiuto per slegarle. O forse qualcuno dall'altra parte legava la corda sempre più stretta per evitare che si allentasse.
LA GESTIONE DEI RIFIUTI. Metafore a parte, la questione Amiu e rifiuti è uno di quegli aspetti che rischia di trasformare il commissariamento in un boomerang. DIffide, esposti e denunce avrebbero dovuto far capire che l'affidamento della gestione dei rifiuti alla società che già si era macchiata di errori e falsità era quantomeno rivedibile se non sbagliato. Il commissario ha replicato (sempre con poca enfasi rispetto ad altre sue battaglie) che avrebbe monitorato e controllato. Eppure, una persona apparsa così intelligente e preparata come Cardellicchio non può fare l'errore di sottovalutare un messaggio chiaro: quelle cartoline di degrado che quotidianamente si palesano agli occhi dei foggiani non sono solo il simbolo di una inefficienza, è un assist meraviglioso all'anti-Stato. E' un lasciapassare verso un ritorno all'abisso. Concedere a chi dovrebbe restare silente per colpe passate di poter affermare (purtroppo non a torto) che i commissari ci stanno lasciando nell'immondizia è un surreale circolo vizioso che avvicina, nella critica, forze nuove e pulite della città con la vecchia politica che amava ungere i meccanismi. Mondi lontani che si accomunano nella critica (e non potrebbe essere altrimenti facendo un giro per Foggia) a un Palazzo di Città (e di Governo) che resta troppo lontano dalla quotidianità.
LA LEGITTIMITA'. Quei bidoni strapieni significano fallimento. E stavolta non c'è un sindaco da incolpare. C'è una commissione straordinaria piazzata dallo Stato. Che non ha voluto ascoltare il grido di protesta, è rimasta in silenzio e ha dato nuovamente voce all'anti - Stato, che così guadagna legittimità agli occhi della popolazione. Il Comune di Foggia è stato sciolto per infiltrazioni mafiose ma la gente lo sta dimenticando se continuate a spegnere il Comune per infiltrazioni silenziose. Parli, commissario Cardellicchio. Parli. E non solo con gli atti. Parli alla città. E spieghi di chi sono le colpe per un quadro così desolante. Per non legittimare la voce di chi non merita di parlare e ascolti la voce di chi merita.
Un articolo da condividere appieno, complimenti alla redazione per avere avuto l'ardire di scrivere in maniera chiara
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