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Emergenza tunisini: il nuovo alloggio per mamme e bambini è Santa Maria della Croce

Tutta la verità sulla vicenda del gruppo di migranti

Hanno trovato alloggio temporaneo presso la parrocchia di Santa Maria della Croce, in viale XXIV maggio,  le due donne tunisine,  e i loro piccoli figli dell'età di 1,2 e 5 anni, che ieri insieme ad altre connazionali si sono rese protagoniste della protesta che ha bloccato il traffico a due passi dalla stazione  ferroviaria  di Foggia dopo aver ricevuto l'allontanamento coatto (su ordinanza della Prefettura) dall'albergo diffuso di Torre Guiducci presso cui erano state sistemate, insieme ai loro compagni, in via del tutto emergenziale.
L'attuale situazione dei tre piccoli tunisini e delle due relative mamme è stata resa nota da Daniela Aponte (capo di gabinetto della Prefettura di Foggia) che da giorni segue in prima persona la questione: "La soluzione alloggiativa d'emergenza, soprattutto per ciò che riguarda i minori, è stata possibile grazie all'estrema disponibilità di don Giuseppe Bisceglia, che ha messo a disposizione dei 5 soggetti , per il tempo che sarà necessario, una stanza e tutti i servizi della chiesa di Santa Maria della Croce, in attesa che si riesca a trovare per loro una nuova sistemazione, che francamente - ha continuato la Aponte - speriamo di reperire al più presto attraverso Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) che si occupa di casi come questo, in cui vi è una riconosciuta vulnerabilità dei soggetti. Le mamme e i loro piccoli stanno bene, sono usciti dalla parrocchia alle 15.30 e dovrebbero tornarvi per cena. Prima di ricevere la disponibilità di don Bisceglia, che mi sento di ringraziare in prima persona, abbiamo contattato tutta una rete di associazioni locali che purtroppo non avevano posti a disposizione. I tre minori non potevano essere lasciati per strada e non è stato semplice risolvere l'emergenza anche perché il Comune, in questa precisa occasione, non ha offerto soluzioni alternative, praticamente defilandosi", conclude la dottoressa Aponte, che successivamente effettua una ricostruzione sintetica degli antefatti della protesta delle donne tunisine.
Secondo tale ricostruzione, confermata anche dal titolare della cooperativa "Aranea", Vincenzo Pacentra, che gestisce l'albergo diffuso di Torre Guiducci, 4 coppie e tre bambini tunisini sono stati sistemati intorno a metà gennaio, a titolo gratuito, presso la suddetta struttura alberghiera in via Manfredonia (riservata solitamente a lavoratori migranti che pagano 4 euro al giorno per l'alloggio) dopo che erano stati sgomberati dal Cara di Borgo Mezzanone, che avevano occupato abusivamente insieme ad altri decine di connazionali. Si tratta di migranti titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari rilasciato regolarmente dalla questura ma che di fatto non hanno più titolo a permanere nel Cara per decorrenza dei termini. Così dopo lo sgombero dal Cara molti di loro sono fuggiti mentre i soggetti più a rischio (le 4 coppie con bambini), per intercessione del Comune di Foggia, sono stati allocati a Torre Guiducci. 
La soluzione d'emergenza, avevano garantito da Palazzo di Città, doveva durare pochi giorni, in attesa di un'altra sistemazione. Ma di fatto gli undici tunisi sono rimasti a Torre Guiducci per più di due settimane, periodo in cui, secondo Pacentra e Aponte, avrebbero creato situazioni di grave compromissione dell'armonia della struttura, tra cui episodi di ubriachezza molesta e in ultimo un accoltellamento ai danni di una 27enne tunisina verificatosi solo pochi giorni fa.
E' scattato così, per il gruppo di tunisini, lo sgombero dalla struttura alberghiera, non prima però che la Prefettura avesse trovato un'ulteriore sistemazione per donne e bambini presso il santuario di Borgo Incoronata, dove gli sarebbero stati garantiti tutti i servizi di prima necessità . 
Risiederebbe, però, proprio in questo ulteriore trasferimento il motivo della protesta inscenata ieri con il sit in nei pressi del piazzale della stazione di Foggia: le donne nordafricane, infatti, non avrebbero gradito la sistemazione nella nuova struttura di Borgo Incoronata, forse perché troppo decentrata rispetto al capoluogo dauno. E così hanno deciso di manifestare il loro dissenso sedendosi sulle strisce pedonali insieme a figli piccoli e bagagli, bloccando la circolazione delle auto.
 
 
Hanno trovato alloggio temporaneo presso la parrocchia di Santa Maria della Croce, in viale XXIV maggio, le due donne tunisine, e i loro piccoli figli dell'età di 1,2 e 5 anni, che ieri insieme ad altre connazionali si sono rese protagoniste della protesta che ha bloccato il traffico a due passi dalla stazione ferroviaria di Foggia dopo aver ricevuto l'allontanamento coatto (su ordinanza della Prefettura) dall'albergo diffuso di Torre Guiducci presso cui erano state sistemate, insieme ai loro compagni, in via del tutto emergenziale.
IL NUOVO ALLOGGIO PER MAMME E BAMBINI TUNISINI. L'attuale situazione dei tre piccoli tunisini e delle due relative mamme è stata resa nota da Daniela Aponte (capo di gabinetto della Prefettura di Foggia) che da giorni segue in prima persona la questione: "La soluzione alloggiativa d'emergenza, soprattutto per ciò che riguarda i minori, è stata possibile grazie all'estrema disponibilità di don Giuseppe Bisceglia, che ha messo a disposizione dei 5 soggetti, per il tempo che sarà necessario, una stanza e tutti i servizi della chiesa di Santa Maria della Croce, in attesa che si riesca a trovare per loro una nuova sistemazione, che francamente - ha continuato la Aponte - speriamo di reperire al più presto attraverso la rete Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) che si occupa di situazioni come queste, in cui vi è una riconosciuta vulnerabilità dei soggetti. Ho sottoposto, inoltre, il caso a due funzionari del Ministero degli Interni in visita oggi a Foggia. Le mamme e i loro piccoli, comunque, stanno bene, sono usciti dalla parrocchia alle 15.30 e dovrebbero tornarvi per cena. Prima di ricevere la disponibilità di don Bisceglia, che mi sento di ringraziare in prima persona, abbiamo contattato tutta una rete di associazioni locali che purtroppo non avevano posti a disposizione. I tre minori non potevano essere lasciati per strada e non è stato semplice risolvere l'emergenza anche perché il Comune, in questa precisa occasione, non ha offerto soluzioni alternative, praticamente defilandosi.", conclude la dottoressa Aponte, che successivamente effettua una ricostruzione sintetica degli antefatti che hanno portato alla protesta avanzata ieri pomeriggio dalle donne tunisine.
GLI ANTEFATTI. Secondo tale ricostruzione, confermata anche dal titolare della cooperativa "Aranea", Vincenzo Pacentra, che gestisce l'albergo diffuso di Torre Guiducci, 4 coppie e 3 bambini tunisini sono stati sistemati intorno a metà gennaio, a titolo gratuito, presso la suddetta struttura alberghiera in via Manfredonia (riservata solitamente a lavoratori stagionali migranti che pagano 4 euro al giorno per l'alloggio) dopo che erano stati sgomberati dal Cara di Borgo Mezzanone, che avevano occupato abusivamente insieme ad altri decine di connazionali.
Si tratta di migranti, quelli sgomberati, titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari rilasciato regolarmente dalla questura ma che di fatto non hanno più titolo a permanere nel Cara per decorrenza dei termini.
Così dopo lo sgombero dal Cara molti di loro sono fuggiti disperdendendosi nelle aree circostanti mentre i soggetti più a rischio (le 4 coppie e i 3 bambini), per intercessione del Comune di Foggia, sono stati allocati a Torre Guiducci. La soluzione d'emergenza, avevano garantito da Palazzo di Città, doveva durare pochi giorni, in attesa di un'altra sistemazione. Ma di fatto gli undici tunisini sono rimasti a Torre Guiducci per più di due settimane, periodo in cui, secondo Pacentra e Aponte, avrebbero creato situazioni di grave compromissione dell'armonia della struttura, tra cui episodi di ubriachezza molesta e in ultimo un accoltellamento ai danni di una 27enne tunisina verificatosi solo pochi giorni fa.
E' scattato così, per gli 11 tunisini, lo sgombero dalla struttura alberghiera, non prima però che la Prefettura avesse trovato un'ulteriore sistemazione, per le donne e i bambini del gruppo, presso il santuario di Borgo Incoronata, dove gli sarebbero stati garantiti tutti i servizi di prima necessità. 
IL MOTIVO DELLA PROTESTA DELLE TUNISINE. Risiederebbe, però, proprio in questo ulteriore trasferimento il motivo della protesta inscenata ieri con il sit-in nei pressi del piazzale della stazione di Foggia: le donne nordafricane, infatti, non avrebbero gradito la sistemazione nella nuova struttura di Borgo Incoronata, forse perché troppo decentrata rispetto al capoluogo dauno. E così sono andate via da lì, si sono recate a Foggia e hanno deciso di manifestare il loro dissenso sedendosi sulle strisce pedonali di viale XXIV maggio insieme a figli piccoli e bagagli, bloccando la circolazione delle auto.

di Redazione 


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