Stampa questa pagina

Referendum e partecipazione, da Foggia l'attacco di Emiliano a governo e Renzi


Parola d'ordine: partecipazione. Michele Emiliano torna a Foggia a un anno dalla tappa dauna delle “Sagre del programma” per rilanciare quel percorso di condivisione dal basso di programmi e decisioni che contribuì ad assicurargli la vittoria nelle scorse elezioni. E se un anno fa la serie di iniziative itineranti doveva servire a costruire il programma di governo, questa volta scopo degli incontri è quello di redigere una vera e propria “legge sulla Partecipazione”. Inevitabile tuttavia che il tema principale del suo intervento sia quello del referendum sulle trivellazioni di domenica 17 aprile, divenuto in questi mesi terreno di scontro con il governo nazionale Renzi.

LE COMPETENZE. Cambia il luogo - non più il cinema Capitol messo a disposizione da Mongelli ma la sala Silver Star in Viale Virgilio – lo schema però resta lo stesso. Prima la discussione, poi la divisione in gruppi e vari tavoli tematici con la presenza degli assessori foggiani Raffaele Piemontese e Leo Di Gioia e di quelli all'urbanistica, al lavoro e all'ambiente Curcuruto, Leo e Santorsola. Emiliano arriva in conclusione e apprezza: “E' questo lo spirito con cui si forma una vera classe dirigente – afferma. Prima a un politico bastava un bravo ufficio stampa pronto a confezionargli il discorso perfetto su ogni argomento. Ora non può più funzionare così. La cosa bella di incontrare le persone è quella di incontrare competenze, persone preparate che consentono di farti prendere la decisione più saggia: avvocati, giuristi, ambientalisti”.

IL REFERENDUM. Gli esempi non sono fatti a caso e puntano dritto alla questione referendum con i No Triv in prima fila ad ascoltare e la maglia "Giù le mani dalle Tremiti" stesa su una sedia posizionata sul palco. Il prossimo appuntamento referendario viene utilizzato come paradigma della necessità di dare ascolto a cittadini e attivisti - non necessariamente iscritti al partito – per la costruzione delle decisioni. Da un lato, allora, viene presentato il governo centrale che cala dall'alto decisioni “perchè – accusa Emiliano – coinvolgere le persone nelle scelte è rischioso per le lobby”. Dall'altro il governo pugliese attento alle istanze del territorio. “Oggi – incalza il magistrato barese - ancora una volta da pionieri, stiamo provando a scrivere una legge sulla partecipazione. Pensate se fosse esistita a livello nazionale: di certo non ci troveremmo costretti a ricorrere a un referendum per difendere il nostro territorio e dare ascolto alla volontà di milioni di persone”.

IL TEMA DEI PARTITI. Ma il tema del referendum serve anche ad Emiliano per lanciare una stoccata al Pd e un'altra – senza mai nominarlo – al segretario nazionale Renzi. “L'ostracismo sulla campagna referendaria, dalla data che è stata fissata fino all'accusa di far spendere milioni di euro - – denuncia Emiliano - è davvero di bassa lega. Servirebbe anche una nuova legge sui partiti – continua - che assicuri democrazia interna e impedisca a 'qualcuno' di indirizzare verso l'astensionismo al referendum senza che nessun organo del partito abbia mai deliberato in tal senso”.

LA FOGGIANITA'. La platea applaude e allora la conclusione è una 'sviolinata' alla Capitanata. Il refrain era già stato lanciato in campagna elettorale. “Non sentitevi penalizzati. Riappropriatevi del vostro destino anche con l'aiuto della Regione Puglia”. (GUARDA L'INTERVISTA). Un anno dopo Emiliano rilancia: “Resto sempre entusiasta del senso della politica e della partecipazione in questa terra – ammicca. Anche se siete al nord, rappresentate il centrocampo della Puglia. Le vostre istanze sono sempre dirette, vi è anche lo scontro ma poi ci si siede a un bar a parlare. La civiltà contadina di questa terra ha contribuito a formare il vostro carattere che è rude ma semplice e leale. Proverò a continuare a portare la foggianità in Regione Puglia”.

di Michele Gramazio


 COMMENTI
  •  reload