Entra in carcere per trovare un parente, ma porta 10 grammi di droga: arrestata dalla polizia penitenziaria
Gli agenti di Polizia Penitenziaria della casa circondariale di Foggia del reparto colloqui hanno rinvenuto quasi 10 grammi di stupefacente introdotta da una donna, familiare di un detenuto appartenente al circuito Alta Sicurezza, ristretto nell'istituto. La donna è stata tratta in arresto.
LA VICENDA. A darne notizia è Daniele Capone, vice segretario generale del SPP (Sindacato di polizia penitenziaria) che ha voluto congratularsi, poi, con tutta la Polizia Penitenziaria che ha operato “dimostrando alta professionalità e competenza, nonché con il comandante di reparto per aver coordinato tutte le operazioni al meglio”.
L’AGGRESSIONE. La giornata di ieri, però, è stata anche contraddistinta da un episodio contro la Polizia Penitenziaria e che ha visto un sostituto commissario costretto a recarsi presso gli Ospedali Riuniti di Foggia, con l'ausilio del 118. Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine, il sostituto commissario stava svolgendo il turno di sorveglianza ai reparti detentivi e di alta sicurezza e ricevuto l'ordine dal funzionario di turno di prelevare un detenuto 29enne, con condanna definitiva e fine pena nel 2020 per rapina e altro, per essere ascoltato su alcune vicende. L'operatore – evidenziano le forze dell’ordine -, appena entrato in cella, è stato aggredito dal detenuto e spinto con violenza tanto da cadere all'indietro battendo la testa contro il pavimento e riportando lesioni. Sono subito intervenuti gli altri agenti che hanno prima messo in sicurezza il ferito e bloccato l’aggressore. Il Cosp, coordinamento sindacale penitenziario, denuncia che il carcere di Foggia, alla data odierna, ''conta 571 detenuti, vigilati da solo 25 unità di polizia penitenziaria.
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