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Estorsioni, attentati incendiari e minacce, tre arresti per l'operazione "Remake II"

Tra gli arrestati, Gennaro Giovanditto - FOTO

Alle prime ore dell’alba i carabinieri della compagnia di San Severo hanno eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Bari, Marco Guida, su richiesta dei pm Giuseppe Gatti della DDA del capoluogo pugliese e Domenico Seccia della Procura della Repubblica di Lucera, applicato alla DDA, a carico di altrettanti soggetti, responsabili a vario titolo di estorsione continuata in concorso con l’aggravante di aver agito con modalità mafiose, nonché di possesso ed utilizzo di carte di credito clonate e falsificate.
L’ATTIVITÀ INVESTIGATIVA,  denominata “Remake 2”, rappresenta una “costola” dell’omonima indagine che ha portato nel settembre 2009 all’arresto per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti ed altri gravi reati di 14 soggetti legati a clan mafiosi garganici. L’indagine, svolta tra il settembre 2008 ed il marzo 2009, grazie ad una attenta e costante attività di monitoraggio degli indagati, ha permesso di documentare tutta una serie di estorsioni -  consumate e tentate  - poste in essere dal sodalizio criminale capeggiato da Gennaro Giovanditto, (attualmente condannato con pena definitiva per mafia) ai danni di realtà imprenditoriali operanti nel comune di San Nicandro Garganico, nonché velati tentativi di pressione a politici locali finalizzati ad ottenere concessioni per la realizzazione di parchi eolici, fotovoltaici e del centro smistamento rifiuti comunale su terreni agricoli nella disponibilità della consorteria.

GLI EPISODI. Nell’ambito delle attività investigative sono stati documentati, tra gli altri, il tentativo di estorsione ai danni della società veneta “Enerambiente spa”, aggiudicataria dell’appalto della gestione quinquennale del servizio di raccolta rifiuti nel comune di San Nicandro Garganico, oggetto nell’agosto 2008 di una serie di eclatanti atti intimidatori, tra cui l’incendio di alcuni mezzi aziendali e di 400 cassonetti della nettezza urbana nonché l’estorsione consumata ai danni di un imprenditore edile locale, anch’egli vittima del danneggiamento di alcuni mezzi d’opera in conseguenza del ritardo nel pagamento di una delle 4 rate da 1.500 euro imposto dal sodalizio malavitoso.

In particolare, il primo dei predetti avvenimenti risale all’agosto del 2008 quando un dipendente della ditta “Enerambiente spa”, subiva una richiesta estorsiva, alla quale i responsabili dell’azienda veneta non hanno mai ceduto. L’altra estorsione accertata nel corso delle indagini riguarda un noto imprenditore sannicandrese titolare di una impresa di movimento terra. Quest’ultimo, sempre nel mese di agosto 2008, veniva avvicinato dagli estorsori i quali, rivendicando il danneggiamento di un escavatore di proprietà della ditta avvenuto pochi giorni prima, richiedevano di completare, come pattuito, il pagamento della tangente pari a 6.000 euro, mediante il versamento di un’ulteriore rata da1.500 euro.

MINACCE E DANNEGGIAMENTI non erano l’unico modo utilizzato del gruppo composto da Giovanditto Gennaro, Scanzano Michele e Protino Gianluca (non destinatario di misura perché deceduto nel carcere di Teramo dove si è suicidato nell’aprile 2010) per lo svolgimento dell’attività estorsiva. Spesso le espressioni verbali utilizzate dagli indagati per avanzare le richieste erano solo all’apparenza pacate ed accomodanti: il gruppo godeva di tal fama e di un tale potere intimidatorio che il semplice avvicinare una delle vittime già permetteva loro di raggiungere o quantomeno comunicare all’interessato il fine estorsivo. Le indagini hanno permesso di appurare la partecipazione alle attività criminali del clan, di due soggetti di origini campane (destinatari delle misure degli arresti domiciliari), specializzati nell’utilizzo di carte di credito clonate e falsificate, utilizzate per effettuare una serie di operazioni di acquisto di beni e servizi di rilevante importo economico. Le operazioni venivano compiute con il beneplacito dei negozianti, che ricavavano facili guadagni percependo una percentuale della somma incassate, che poteva arrivare anche al 50% dell’intero ammontare dell’operazione. Si trattava sempre di spese ingenti e inverosimili: si passava dal pagamento del corrispettivo di un fantomatico pranzo pari a 7.500 euro, al pagamento della spesa presso un alimentari dell’ammontare di 400 euro, all’acquisto di abbigliamento del valore di 21.000 euro.
LE MISURE ADOTTATE dalla competente autorità giudiziaria hanno trovato, dunque, giustificazione nelle evidenze investigative raccolte dai carabinieri della compagnia di San Severo, dalle quali emergono da un lato, i gravi indizi di reità a carico degli indagati, e dall’altro l’assoluta necessità di scongiurare il pericolo della reiterazione di così gravi reati. La misura cautelare della custodia in carcere è stata emessa nei confronti di: Gennaro Giovanditto, classe 1974 e Michele Scanzano, classe 1967. La misura cautelare degli arresti domiciliari è stata invece emessa nei confronti di Salvatore Costanzo, classe 1980, della provincia di Caserta, e di un quarto soggetto, anch’egli campano, allo stato irreperibile ed attivamente ricercato.

di Redazione 


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