“Mi piace, osservando queste opere, ricordare quanto scriveva, nel 1884, Mario Rapisardi: 'Il campo dell’artista sulla riproduzione del vero è illimitato come la sua fantasia, immenso come la natura. L’artista non è legato nella scelta del soggetto da nessun comandamento politico, religioso, estetico o morale”. È lo spunto del critico d'arte Massimo Pasqualone, in merito alle opere dell'artista foggiano Bruno Paglialonga, presentate nel corso della mostra dal titolo “Materia, segno e gesto”, inaugurata alla Sala Grigia del Palazzetto dell'Arte di Foggia lo scorso 22 febbraio e visitabile fino al 4 marzo.
ISPIRAZIONE “KLIMTIANA”. Oltre a Massimo Pasqualone, l'antologica artistica è stata curata anche dal critico Gaetano Cristino, entrambi presenti al taglio del nastro della prima espositiva di Paglialonga. Nelle sue opere, pertanto, la realtà viene frammentata, il fenomeno si scompone arrivando alla vera essenza della forma stessa, risultato da una lunga esperienza pratica e un interessante studio dell’incisione, della pittura e della scultura. Una scelta vincente nell’utilizzare il percorso cromo-materico, proprio come Klimt, da cui eredita la sua passione per il simbolo. Nelle sue quasi 50 opere di pittura, grafica e scultura, l’artista foggiano sceglie di rappresentare la realtà in maniera bidimensionale, dandole cosi un tocco misterioso, con linee colorate, eleganti, morbide e sinuose. Un talento dinamico e vivace, che si intravvede già nelle sue prime opere, risalenti addirittura a quando aveva appena 10 anni.
L'ARTISTA. Bruno Paglialonga nasce a Foggia, ma risiede da diversi anni a Francavilla al Mare (Chieti). Docente di merito a vita dell’Accademia di Belle Arti di Perugia. Ha scritto numerosi libri sullo studio della calcografia, saggi conosciuti e apprezzati non solo in Italia ma anche all’estero. Ha vinto numerosi premi, tra i quali il Premio Speciale Accademia Ex Libris, Bologna; il Menciò Honorìfica di IBIZAGRAFIC, Spagna. Un orgoglio per la sua città d’origine come anche per quella d’adozion
ISPIRAZIONE “KLIMTIANA”. Oltre a Massimo Pasqualone, l'antologica artistica è stata curata anche dal critico Gaetano Cristino, entrambi presenti al taglio del nastro della prima espositiva di Paglialonga. Nelle sue opere, pertanto, la realtà viene frammentata, il fenomeno si scompone arrivando alla vera essenza della forma stessa, risultato da una lunga esperienza pratica e un interessante studio dell’incisione, della pittura e della scultura. Una scelta vincente nell’utilizzare il percorso cromo-materico, proprio come Klimt, da cui eredita la sua passione per il simbolo. Nelle sue quasi 50 opere di pittura, grafica e scultura, l’artista foggiano sceglie di rappresentare la realtà in maniera bidimensionale, dandole cosi un tocco misterioso, con linee colorate, eleganti, morbide e sinuose. Un talento dinamico e vivace, che si intravvede già nelle sue prime opere, risalenti addirittura a quando aveva appena 10 anni.
L'ARTISTA. Bruno Paglialonga nasce a Foggia, ma risiede da diversi anni a Francavilla al Mare (Chieti). Docente di merito a vita dell’Accademia di Belle Arti di Perugia. Ha scritto numerosi libri sullo studio della calcografia, saggi conosciuti e apprezzati non solo in Italia ma anche all’estero. Ha vinto numerosi premi, tra i quali il Premio Speciale Accademia Ex Libris, Bologna; il Menciò Honorìfica di IBIZAGRAFIC, Spagna. Un orgoglio per la sua città d’origine come anche per quella d’adozione.