“Perché il Conservatorio del Buon Consiglio, fondato da padre Antonio Silvestri, ritorni presto ad essere luogo di accoglienza e di carità”. Il tono è lieve, soft, ma le finalità sono molto più ringhiose, sostanziose. Perché ricordare la figura di don Antonio Silvestri per il Comitato che sostiene la sua Beatificazione diventa l’occasione ideale per richiamare le istituzioni locali e regionali sul destino dell’ex-carcere di Sant’Eligio, che secondo le intenzioni di Regione Puglia, Ipab Addolorata e Comune di Foggia, doveva diventare un Centro di Accoglienza per senza fissa dimora. Questo, almeno, nelle intenzioni perché di fatto dalla posa della prima pietra - svoltasi il 22 ottobre del 2011 alla presenza del presidente regionale Nichi Vendola - ad oggi i lavori non sono mai andati avanti. Anzi. Proprio poche settimane fa è ulteriormente crollato il soffitto della struttura, che già lo scorso anno fu interessata da alcuni problemi, in quanto a causa delle raffiche di vento caddero dal tetto tegole e pezzi di intonaco.
L’INIZIATIVA Venerdì 17 gennaio, dunque, in occasione del triduo di celebrazioni e preghiere per ricordare la nascita del sacerdote foggiano avvenuta il 17 gennaio 1773, presso la chiesa di Sant’Eligio - al termine della messa in programma alle ore 17.30 - si svolgerà un momento di riflessione promosso proprio dal Comitato per la Beatificazione del prete degli ultimi. Un momento organizzato affinché si muova qualcosa. Affinché si faccia maggiore chiarezza sul destino dell’ex-carcere di Sant’Eligio, che nel 1827 fu eretto grazie alla volontà di don Antonio Silvestri per ospitare il Conservatorio del Buonconsiglio. Un immobile che a distanza di anni doveva proseguire il suo percorso di accoglienza e di carità, visto che era stato destinato a diventare Centro di Accoglienza per senza fissa dimora. Conversione che sicuramente sarebbe stato assai gradito dal ‘servo di Dio’ che nei primi dell’800 si attivò in favore degli emarginati, dei poveri e delle donne in difficoltà della città.
CANTIERE BLOCCATO A rallentare i lavori di ristrutturazione, però, furono le "difficoltà tecniche emerse una volta avviato il cantiere all’interno di una struttura storica e fatiscente a causa dell’abbandono” spiegò lo scorso mese di febbraio il Commissario dell’IPAB Addolorata, Alfonso De Pellegrino, motivando il ritardo del progetto. L'IPAB dell'Addolorata, proprietaria dell'immobile, ed il Comune di Foggia, attraverso un lavoro sinergico, avevano attinto ai finanziamenti promossi dalla Regione Puglia nell'ambito di interventi sulle infrastrutture sociali. Un milione di euro per ristrutturare e riqualificare l'edificio nel cuore di Borgo Croci. Lavori che, come confermato ad ottobre dal sindaco, Gianni Mongelli, in occasione della 'Notte dei senza dimora' dovrebbero riprendere a breve, grazie però ad un nuovo finanziamento derivante sempre dalle casse regionali. Ma al momento non è ancora chiaro sapere cosa succederà all’ex-carcere di Sant’Eligio, che nel frattempo continua a perdere pezzi. Ed allora, la Confraternita di Sant’Eligio ed il Comitato per la Beatificazione, con il coinvolgimento di molte realtà impegnate nell’assistenza ai poveri ed ai migranti, approfitteranno del triduo festivo per provare a riaccendere i riflettori sulla figura di don Antonio Silvestri e sul progetto di accoglienza temporaneamente sospeso.
24 POSTI LETTO PER SENZATETTO Perché quello in cantiere a Sant’Eligio rappresenterebbe la prima struttura di accoglienza per i senzatetto a carattere pubblico, dato che tutti gli attuali posti letto – circa un’ottantina - riservati ai cosiddetti clochard, sono garantiti dalla Caritas diocesana di Foggia-Bovino in collaborazione con alcune parrocchie della città. In pratica, il Centro di Accoglienza per senza fissa dimora è stato progettato all’interno dell’ex carcere di Sant’Eligio con il duplice obiettivo di offrire un servizio a chi vive in situazioni di grave disagio sociale e, allo stesso tempo, recuperare un immobile che versa in condizioni di degrado, anche contribuendo alla riqualificazione di un’area periferica della città pur se molto prossima al centro cittadino. Il Centro è stato immaginato per ospitare 24 senzatetto, italiani e migranti, rispettando la parità di genere: 12 posti letto per gli uomini e 12 per le donne.