L’ex-carcere di Sant'Eligio continua a crollare nell’indifferenza delle istituzioni
L’ex-carcere di Sant’Eligio continua a perdere pezzi e a ‘crollare’ ogni giorno un po’ di più. Merito – o meglio, demerito – anche delle istituzioni locali. A partire dall'IPAB dell'Addolorata, proprietaria dell'immobile, e del Comune di Foggia incapaci di programmare seri interventi di riqualificazione dell’importante struttura e di accedere a forme di finanziamento per fare dell'edificio un bene di utilità sociale. Su tutti gli Avvisi n. 1/2015 e n. 2/2015 della Regione Puglia per realizzare nuove strutture e servizi sociali e sociosanitari attraverso una domanda a ‘sportello’. Nella serata di ieri, quindi, i vigili del fuoco sono dovuti intervenire per mettere in sicurezza la struttura, questa volta a causa della caduta delle tegole del tetto e di alcuni pezzi di intonaco. Non è un caso isolato. Perché in questi anni i vigili del fuoco sono dovuti accorrere numerose volte per verificare l'entità dei danni e la staticità della struttura a seguito del crollo di parte del soffitto dell’ex-carcere di Sant’Eligio e della caduta di tegole dal tetto.
DAL CANTIERE ALL’ABBANDONO. E pensare che il 22 ottobre 2011, alla presenza dell’ex-presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, fu posta la prima pietra per quello che doveva diventare un Centro di Accoglienza per senza fissa dimora. L'IPAB dell'Addolorata, proprietaria dell'immobile, ed il Comune di Foggia, attraverso un lavoro sinergico, avevano attinto ai finanziamenti promossi dalla Regione Puglia nell'ambito di interventi sulle infrastrutture sociali. Un milione di euro per ristrutturare e riqualificare l'edificio nel cuore di Borgo Croci. A bloccare per sempre i lavori, però, furono le difficoltà tecniche emerse una volta avviato il cantiere all’interno della struttura fatiscente a causa dell’abbandono. Di conseguenza, dopo aver posato la prima pietra, i lavori non sono mai proseguiti ed a poco sono valsi in questi anni il cambio di commissari dell'IPAB dell'Addolorata e dell’Amministrazione Comunale. L’edificio continua a versare in un profondo stato di degrado ed incuria.
UN CENTRO DI ACCOGLIENZA PER SENZA DIMORA. In questi anni, va ricordato, la Confraternita di Sant’Eligio ed il Comitato per la Beatificazione del Servo di Dio don Antonio Silvestri, l’associazione dei Fratelli della Stazione ed altre realtà solidali, hanno più volte interrogato le Amministrazioni Comunali per conoscere il destino dell’edificio, con la speranza che potesse realmente trasformarsi in un Centro di Accoglienza per senza fissa dimora come previsto dal vecchio progetto rimasto incompiuto. Perché il Centro era destinato ad ospitare 24 senzatetto, italiani e migranti, rispettando la parità di genere: 12 posti letto per gli uomini e 12 per le donne, e per diventare a tutti gli effetti un Centro Diurno funzionante anche durante la giornata, con mensa, docce ed indumenti. Ma nessuno è stato capace di dare risposte e soprattutto di intervenire concretamente. Intanto, l’ex-carcere di Sant’Eligio cade giù a pochi giorni di distanza dalle celebrazioni in ricordo di don Antonio Silvestri, il sacerdote che nel 1827 ideò e fece erigere quella struttura per ospitare il Conservatorio del Buonconsiglio e per dare accoglienza alle suore Oblate, ad emarginati, poveri e donne in difficoltà della città di Foggia. E.B.
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