Un concorso ad hoc, immaginato, fortemente voluto (con tanto di parere richiesto ad un professore universitario di diritto amministrativo) e alla fine bandito dalla Provincia di Foggia per assumere nel proprio organico 31 dipendenti della società partecipata Diomede srl, tenuto conto della loro “aspirazione di salvaguardare il proprio posto di lavoro”. Con buona pace delle norme per l'accesso al pubblico impiego e, ironia della sorte, proprio mentre gli stessi dipendenti hanno messo in mora l'Ente di Palazzo Dogana richiedendo un importo di circa 280mila euro a titolo di aumenti stipendiali per il passato.
PROCEDURA LAMPO E “BLINDATA”. La selezione pubblica indetta dalla Provincia di Foggia per l'assunzione di 31 operatori specializzati addetti al sistema museale e all'osservatorio turistico è stata da più parti giudicata inopportuna per i tempi eccessivamente ristretti della procedura (solo dieci giorni per la presentazione delle domande i cui termini scadono domani ndr) e per i requisiti di ammissione troppo selettivi (l'obbligo di presentare una dichiarazione di esperienza pregressa rilasciata dal datore di lavoro). La lettura degli atti che hanno portato all'indizione del bando sollevano tuttavia più di un dubbio non solo sulla convenienza della procedura ma sulla sua stessa legittimità.
I “VINCITORI”. Sì perchè se non ci fosse poco da scherzare si potrebbe consigliare di “scommettere” sui nominativi dei vincitori, salvo sorprese e “guastafeste” dell'ultima ora: quelli, come detto, dei dipendenti della società Diomede srl, partecipata dalla Provincia di Foggia, “vittima” della spending review e ormai in liquidazione, che svolgeva dal 2002 per conto dell'Ente i servizi di gestione museali, curava l'osservatorio turistico e sovraintendeva all'Infopoint di Capitanata prima che, in maniera obbligata, il Consiglio Provinciale deliberasse di internalizzare tali servizi.
I DOCUMENTI. Che il concorso sia stato bandito per tenere conto delle (per carità legittime) aspirazioni dei dipendenti della Diomede a conservare il proprio posto di lavoro, è scritto nero su bianco sull'atto di indirizzo n. 82 del 27 marzo 2014 del commissario Costantini. E c'è voluto il parere di un esimio professore universitario (a pagamento?) per scartare l'ipotesi di “un'internalizzazione” non solo dei servizi ma anche dei lavoratori e chiarire ciò che è di una evidenza lampante: le assunzioni in un Ente Pubblico si fanno per pubblico concorso. Da qui il via libera di Costantini alla selezione pubblica.
DIVIETO DI ASSUNZIONE. Peccato però che in vista della soppressione delle Province le norme stabiliscano per le stesse il divieto assoluto di assunzioni a tempo indeterminato mentre resta valida la possibilità di assumere “a tempo determinato” ma solo “per rispondere ad esigenze di carattere esclusivamente temporaneo o eccezionale”. Come si possano considerare eccezionali servizi che sono svolti dalla Provincia in via continuativa dal 2002 e che, per stessa ammissione dell'Ente, sono considerati “indispensabili e “necessari in via immanente” è difficile da comprendersi. La stessa delibera di fabbisogno del personale è un esercizio di equilibrismo e di arrampicata sugli specchi per far rientrare il caso in questione tra le ipotesi possibili.
ATTI PRELIMINARI. La Provincia di Foggia non ha poi ancora approvato il Piano delle Performance e il Piano triennale per le pari opportunità, atti preliminari necessari per poter procedere ad assunzioni il cui mancato rispetto determina come conseguenza ancora una volta il divieto di assunzione. A Palazzo Dogana di queste norme ne sono a conoscenza ma ci si limita ad affermare che questi piani sono “in fase di elaborazione”.
IL BANDO. Ma c'è di più. L'atto di indirizzo di Costantini, oltre a stabilire che i contratti debbano essere part-time e per la durata di tre anni, stabilisce come titolo di studio per l'accesso alle selezioni quello del diploma di scuola dell'obbligo. Il bando, tuttavia, per iniziativa del Dirigente del Settore Risorse Umane, aggiunge tra i requisiti di ammissione l'esperienza pregressa certificata dal datore di lavoro. Un'aggiunta che diverse pronunce giurisprudenziali hanno già valutato negativamente e che pone a serio rischio di ricorsi la procedura. Del resto la circolare ministeriale sulle stabilizzazioni precisa chiaramente che al massimo si può tener conto di una precedente esperienza lavorativa solo riconoscendo ad essa un punteggio nella valutazione.
LA LINGUA STRANIERA E L'INFORMATICA. Nessuna traccia, poi, nel bando delle necessità di verificare la conoscenza di una lingua straniera (ancora più necessario per la gestione di servizi turistici) e dell'informatica. Si tratta di una previsione non soltanto opportuna ma, anche in questo caso, obbligatoria e prevista dal testo unico sul pubblico impiego (art. 37 D. Lgs. 165/2001). Insomma una selezione che “fa acqua” da più parti.
LA CAUSA DEI LAVORATORI DELLA DIOMEDE. Nel frattempo i lavoratori della Diomede hanno trovato il tempo di fare causa alla Provincia per il mancato riconoscimento degli aumenti contrattuali negli anni passati. A maggio scorso l'Ente di Palazzo Dogana che ha regolarmente versato l'importo stabilito in Convenzione, ha impugnato il provvedimento del giudice che ha riconosciuto ai lavoratori un importo di 280mila euro. Un giudizio che causerà ulteriori spese. Non si fa ancora in tempo a fermare questo bando per evitare di ritrovarsi una valanga di ricorsi e di spese per giudizi?