Festa della Liberazione a Palazzo Dogana, si farà: Gatta rimedia al “disguido” con l’Anpi
“Nessun diniego formale, solo nota sfuggita”
Appena in tempo. È accaduto tutto nella giornata di sabato 24 aprile, vigilia della Festa di Liberazione nazionale dal nazi-fascismo: prima la recriminazione dell’Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, sede locale, poi la “toppa” del presidente della Provincia Nicola Gatta. Alla fine, alle ore 11.30 del 25 aprile, le porte di Palazzo Dogana si apriranno per i due partigiani foggiani incaricati di deporre una corona di fiori davanti alla lapide che commemora i combattenti caduti di Capitanata, inaugurata nel 1980 da Sandro Pertini, Presidente della Repubblica e partigiano.
“MOTIVAZIONE RISIBILE”. Da principio, infatti, Gatta aveva negato l’accesso, come si legge nella nota dell’Anpi di Capitanata, adducendo una motivazione “davvero incredibile e risibile: la domenica mattina Palazzo Dogana è chiuso e le norme anticovid vietano assembramenti. Vorremmo ricordare al presidente Gatta – scrivevano dall’associazione – che l’autorizzazione era stata richiesta per consentire l’accesso al cortile di due (dicasi due!) persone per soli cinque minuti e che la ricorrenza della massima festa civile nazionale esige ben altro approccio da chi riveste importanti cariche istituzionali. Questo atto di arroganza dimostra la insensibilità e la faziosità del massimo rappresentante della Provincia che dovrebbe essere il presidente di tutti i cittadini della Capitanata e ricordarsi di aver prestato giuramento sul testo della Costituzione che si ispira ai principi dell’antifascismo”.
“LE SENTITE SCUSE”. Poche ore dopo, e per fortuna, il presidente della Provincia ha rimediato con una nuova nota: “non c’è stato alcun diniego formale all’iniziativa – si legge – trattasi solo di una nota non riscontrata e sfuggita per un mero disguido. Nel porre le sue sentite scuse per l’inconveniente occorso, ha autorizzato, nonostante le restrizioni imposte dalla situazione pandemica, l’apertura di Palazzo Dogana, manifestando piena vicinanza all’Anpi, nella mattinata del 25 Aprile. Del resto, la festa della Liberazione è il simbolo della lotta alla repressione che vede coinvolte tutte le Istituzioni, quale segno di compartecipazione e affermazione della libertà e della democrazia conquistate con abnegazione e sacrificio”.
“DIMENTICARE” IL 25 APRILE. Forse sarà stato il riferimento ai diciassette abitanti di Candela uccisi dal nazi-fascismo, sottolineato dall’Anpi nella sua nota, città di cui Gatta è sindaco, a far tornare il presidente della Provincia sui propri passi. Resta però, purtroppo, il dubbio sulla condotta – l’approccio, appunto – dello stesso: “dimenticare” il 25 aprile, per il vertice di un’istituzione, che la causa sia burocratica o meno, è un comportamento difficilmente ascrivibile alla categoria dei “disguidi”. Bene, infine, che abbia rimediato e si sia scusato.
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