In fiamme la villa di Faragola, l'amarezza di Volpe: "Quando l'Isis è tra di noi..."
E' stata incendiata la copertura del sito archeologico di Faragola, villa presente nel territorio di Ascoli Satriano, in provincia di Foggia. A darne notizia è Giuliano Volpe, atualmente impegnato per lavoro in Malesia. "Sembra roba da professionisti - commenta - a giudicare dalle prime foto che ho appena ricevuto. Un danno enorme. Forse irreparabile".
LA VILLA. Quattordici anni di scavi, di ricerche, di studi, di lavoro sul campo, di pubblicazioni, di progettazione di un modello di musealizzazione in situ per uno dei parchi archeologici considerati più importanti di Puglia e d'Italia: persi, distrutti, inceneriti dalla malavita o dalla stupidità o da altri interessi? A interrogarsi è l'ex rettore, che ribadisce: "A chi dava fastidio un sito come Faragola? Mi fa rabbia che da alcuni mesi il cantiere era stato sospeso in attesa della ripresa per il completamento del terzo lotto dei lavori di sistemazione, con le installazioni multimediali, il percorso di visita, lo spazio informazioni, il laboratorio didattico per i bambini. Ed erano state sospese anche le visite anche cantiere. Purtroppo è la conferma che quando un sito è lasciato senza una gestione, senza controlli, senza un uso quotidiano, senza una presenza, senza vita, diventa la classica 'terra di nessuno' nella quale è facile che i delinquenti o i vandali operino indisturbati".
L'ISIS E LA RINASCITA. In un post su Facebook, dal titolo emblematico - La fine della villa. Quando l'Isis è tra di noi -, Volpe mostra il suo scoramento, miscelato alla voglia di ripartire subito. "Ci abbiamo messo tutto in questi anni, io, Mariuccia Turchiano e tanti archeologi Unifg, tanti studenti, tanti restauratori, i colleghi della soprintendenza: lavoro, ricerca, pubblicazioni internazionali, volontà, impegno, ricerca di finanziamenti, per realizazre un tentativo di cantiere scuola nel quale si sono formati centinaia di archeologi, per coniugare tutela a valorizzazione. Avevamo tanti progetti per questo sito. Non c'è più nulla. Confesso di avere le lacrime agli occhi, per il dolore, la rabbia, la delusione, lo sconforto, come archeologo, come professore, come presidente del Consiglio Superiore BCP del MiBACT, come cittadino! Ora attendo di conoscere meglio la situazione. E di capire cosa sarà possibile salvare. Con la speranza che i carabinieri e la polizia, la magistratura indaghi e scopra i responsabili di questo disastro"
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