Risanare i conti senza licenziare nessuno, aprire (davvero, questa volta) ai privati e, soprattutto, accaparrarsi una buona fetta di quei 5 milioni straordinari stanziati dalla Regione. Questa, nella sintesi del Presidente dell'Ente Fiera di Foggia, Fedele Cannerozzi, l'ultima chance per resuscitare il sistema fieristico foggiano.
L'ULTIMA POSSIBILITA'?. Resuscitare, già. Non “rilanciare”: troppo poco. La ormai ex gloriosa Fiera di Foggia, al pari di molte altre fiere italiane e pugliesi (meno quella del Levante, s'intende), è giunta ad un punto cruciale della sua esistenza: dopo il flop dell'Ottobre Dauno 2013 infatti, o ci si rimette in piedi o tanto vale chiudere i battenti. D'altronde, se si passa l'antipatia dell'autocitazione, il servizio di Foggia Città Aperta datato 3 ottobre 2013 (titolo: “Ottobre Dauno, benvenuti alla fiera del nulla” GUARDA) non ha praticamente avuto dissensi tra i lettori, concordi nel commentare un'edizione a dir poco fallimentare. E lo stesso stato d'emergenza è facile coglierlo tra le righe pubblicate proprio dal Presidente Fedele Cannerozzi, il quale appena ieri, 27 dicembre, annunciava sul suo profilo facebook la notizia dei 5 milioni straordinari previsti dalla Regione nel bilancio 2014, “per far ripartire il sistema fieristico pugliese”. Anzi, alla lettera: “per il risanamento degli enti fieristici pugliesi in stato di crisi”.
28 FEBBRAIO 2014: LA DATA DECISIVA. Una norma di “straordinaria importanza”, dice Cannerozzi, soprattutto in vista di una privatizzazione che forse, potendo contare su questo contributo, avrebbe finalmente lo slancio necessario a riportare la Fiera di Foggia nell'agenda dei cittadini di Capitanata, un tempo realmente interessanti all'evento. “Per poter accedere al contributo straordinario – spiega ancora Cannerozzi – gli Enti fieristici dovranno predisporre, entro il 28 febbraio 2014, un piano di ristrutturazione che da un lato consenta il conseguimento dell’equilibrio economico-finanziario compromesso da un lunghissimo periodo di crisi che ha prodotto diretti effetti sulla nostra attività, e, dall’altro, ponga decisamente le Fiere pugliesi sulla strada della privatizzazione. Quelli che abbiamo di fronte – si legge ancora – saranno sessanta giorni decisivi per il futuro della Fiera di Foggia durante i quali occorrerà, insieme con il sistema istituzionale ed imprenditoriale, predisporre il progetto di cessione, totale o parziale, dell’attività fieristica agli investitori privati”.
NESSUN LICENZIAMENTO IN VISTA. Sessanta giorni decisivi, insomma, a cominciare da lunedì prossimo, 30 dicembre, quando Cannerozzi incontrerà il sindaco Gianni Mongelli, il neo-presidente della Camera di Commercio, Fabio Porreca, e il Commissario provinciale Fabio Costanini. Una riunione programmatica nella quale verrà impostato il lavoro, con il fine vitale di non disperdere le risorse economiche messe in palio dalla Regione, provando così a sfruttare quella che sembra essere l'ultima possibilità per rimettere in piedi il sistema fieristico foggiano. Ostacolo principale, naturalmente, sarà risanare i conti e qui, in un post facebook di oggi, il Presidente dell'Ente Fiera sembra avere le idee chiare: “Non abbandoneremo nessuno lungo la strada: la storia, la professionalità, la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori della Fiera costituiscono un valore e non un mero costo da eliminare”.
“LA VOGLIAMO RILANCIARE QUESTA FIERA, O NO?”Impresa ardua, insomma. Risanare i conti senza tagliare, centrare la cifra più alta tra quei cinque milioni previsti nel Bilancio (e raggiungibili solo dopo un effettivo piano economico e strutturale), attirare e aprire ai privati, portarli dentro il sistema e, con loro magari, riportare dentro anche la gente: la grande assente dell'ultima uscita della Fiera di Foggia. Ardua, come detto, l'impresa. E serva da termometro, in tal senso, anche il gruppo facebook “Salviamo la Fiera di Foggia” lanciato in concomitanza con il flop dell'ottobre scorso dal consorzio Start Capitanata, al momento – a parte un emblematico post datato 12 dicembre con scritto “la vogliamo rilanciare questa fiera, o no?” - praticamente fermo a due mesi fa.
Risanare i conti senza licenziare nessuno, aprire (davvero, questa volta) ai privati e, soprattutto, accaparrarsi una buona fetta di quei 5 milioni straordinari stanziati dalla Regione. Questa, nella sintesi del Presidente dell'Ente Fiera di Foggia, Fedele Cannerozzi, l'ultima chance per resuscitare il sistema fieristico foggiano.
L'ULTIMA POSSIBILITA'?. Resuscitare, già. Non “rilanciare”: troppo poco. La ormai ex gloriosa Fiera di Foggia, al pari di molte altre fiere italiane e pugliesi (meno quella del Levante, s'intende), è giunta ad un punto cruciale della sua esistenza: dopo il flop dell'Ottobre Dauno 2013 infatti, o ci si rimette in piedi o tanto vale chiudere i battenti. D'altronde, se si passa l'antipatia dell'autocitazione, il servizio di Foggia Città Aperta datato 3 ottobre 2013 (titolo: “Ottobre Dauno, benvenuti alla fiera del nulla”
GUARDA) non ha praticamente avuto dissensi tra i lettori, concordi nel commentare un'edizione a dir poco fallimentare. E lo stesso stato d'emergenza è facile coglierlo tra le righe del Presidente Fedele Cannerozzi, il quale appena ieri, 27 dicembre, ha annunciato la notizia dei 5 milioni straordinari previsti dalla Regione nel bilancio 2014, “per far ripartire il sistema fieristico pugliese”. Anzi, alla lettera: “per il risanamento degli enti fieristici pugliesi in stato di crisi”.
28 FEBBRAIO 2014: LA DATA DECISIVA. Una norma di “straordinaria importanza”, dice Cannerozzi, soprattutto in vista di una privatizzazione che forse, potendo contare su questo contributo, avrebbe finalmente lo slancio necessario a riportare la Fiera di Foggia nell'agenda dei cittadini di Capitanata, un tempo realmente interessanti all'evento. “Per poter accedere al contributo straordinario – spiega ancora Cannerozzi – gli Enti fieristici dovranno predisporre, entro il 28 febbraio 2014, un piano di ristrutturazione che da un lato consenta il conseguimento dell’equilibrio economico-finanziario compromesso da un lunghissimo periodo di crisi che ha prodotto diretti effetti sulla nostra attività, e, dall’altro, ponga decisamente le Fiere pugliesi sulla strada della privatizzazione. Quelli che abbiamo di fronte – si legge ancora – saranno sessanta giorni decisivi per il futuro della Fiera di Foggia durante i quali occorrerà, insieme con il sistema istituzionale ed imprenditoriale, predisporre il progetto di cessione, totale o parziale, dell’attività fieristica agli investitori privati”.
NESSUN LICENZIAMENTO IN VISTA. Sessanta giorni decisivi, insomma, a cominciare da lunedì prossimo, 30 dicembre, quando Cannerozzi incontrerà il sindaco Gianni Mongelli, il neo-presidente della Camera di Commercio, Fabio Porreca, e il Commissario provinciale Fabio Costanini. Una riunione programmatica nella quale verrà impostato il lavoro, con il fine vitale di non disperdere le risorse economiche messe in palio dalla Regione, provando così a sfruttare quella che sembra essere l'ultima possibilità per rimettere in piedi il sistema fieristico foggiano. Ostacolo principale, naturalmente, sarà risanare i conti e qui, in un post facebook di oggi, il Presidente dell'Ente Fiera sembra avere le idee chiare: “Non abbandoneremo nessuno lungo la strada: la storia, la professionalità, la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori della Fiera costituiscono un valore e non un mero costo da eliminare”.
“LA VOGLIAMO RILANCIARE QUESTA FIERA, O NO?”Impresa ardua, insomma. Risanare i conti senza tagliare, centrare la cifra più alta tra quei cinque milioni previsti nel Bilancio (e raggiungibili solo dopo un effettivo piano economico e strutturale), attirare e aprire ai privati, portarli dentro il sistema e, con loro magari, riportare dentro anche la gente: la grande assente dell'ultima uscita della Fiera di Foggia. Ardua, come detto, l'impresa. E serva da termometro, in tal senso, anche il gruppo facebook “Salviamo la Fiera di Foggia” lanciato in concomitanza con il flop dell'ottobre scorso dal consorzio Start Capitanata, al momento – a parte un emblematico post datato 12 dicembre con scritto “la vogliamo rilanciare questa fiera, o no?” - praticamente fermo a due mesi fa.