Pubblichiamo un intervento di Salvatore Onorati, presidente dell'Ordine dei Medici e attivista degli Amici della Domenica.
Una comunità vive di simboli, che ne costituiscono l’elemento di coesione.
Uno dei simboli della nostra città è il palazzo degli studi, luogo della cultura, dello studio e della preparazione delle future classi dirigenti.
In quelle aule si coltiva il sapere, si preparano i nostri giovani ad affrontare il mondo per essere capaci di governarlo.
Si insegna in quelle aule, che una comunità si fonda su un patto che i suoi componenti hanno stretto e delle regole che sottendono quel patto e delle istituzioni preposte a far rispettare le stesse.
I nostri giovani escono, poi, da quelle aule e vedono che le regole sono fatte, invece, per non essere rispettate: chiaro esempio, quindi, di schizofrenia, la dissociazione sociale, tra come dovrebbe essere e come invece è.
Più volte mi sono trovato a scrivere di un cartello di divieto di transito, che non ho mai visto rispettato, posto davanti allo spiazzo del liceo classico che è stato messo, sembrerebbe, proprio per indurre a quella schizofrenia di cui parlavo prima. Un giorno ebbi modo in un dibattito pubblico di sottoporre al comandante dei Vigili Urbani la questione, con tutta la sua portata di simboli negativi che quel divieto disatteso portava. Mi fu risposta dei tanti tentavi fatti ed andati a vuoto per far rispettare quel cartello.
La mia considerazione fu che se questo banale divieto, con il suo carico di illegalità successivo quando disatteso, non veniva fatto rispettare era il segnale di una comunità in via di disfacimento.
Oggi, questa mattina, ho visto lo spiazzo del liceo classico sbarrato da un furgonato della polizia municipale e due vigili intenti a far rispettare quel segnale.
Un’azione che mi sembra il simbolo di una rinascita possibile della nostra comunità. Il rispetto della legalità deve partire dalle piccole cose, quelle che nel quotidiano offendono chi vuole ancora credere che deve esistere la fiducia che un mondo diverso sia possibile, dove il forte non mangi il debole, dove non vinca la prevaricazione ed il mancato rispetto dell’altro.
Saluto con piacere la presenza dei vigili urbani stamattina (ieri ndr), con un ringraziamento agli operatori ed al nuovo assessore alla sicurezza, con buona pace di qualche malato di “benaltrismo”, quella malattia, cioè, che fa pensare che c’è sempre qualche altra cosa da cui possa essere meglio cominciare, e che, però, così facendo rimane immobile, proprio come l’asino di Buridano, che nel dubbio su dove dovesse cominciare a mangiare la biada morì di fame.
Salvatore Onorati