“La macchina le serve per lavorare, poi senza macchina come fa? Se la deve comprare nuova?...Veniamoci incontro su, mille euro per una macchina nuova non sono tanti...Non ha i soldi? Vabbè se li faccia prestare da qualcuno...Allora che fa? Ci pensate?”.
Potrebbe sembrare la trattativa per l’acquisto di un auto in concessionaria e invece sono le intercettazioni che mostrano come si svolgeva un vero e proprio mercato di auto rubate, sgominato all’alba di questa mattina con una massiccia operazione che ha coinvolto oltre 100 carabinieri.
CLIMA DI OMERTA’. La prassi era sempre la stessa: i malviventi programmavano nel dettaglio i furti, l’occultamento e poi contattavano telefonicamente i proprietari presentando la richiesta estorsiva. Daqui partiva la trattativa che si concludeva con il pagamento da parte della vittima e il ritrovamento dell’autovettura, oppure, accordo mancato e auto incendiata. Semplice quanto paradossale, se si pensa che molte delle vittime preferivano addirittura la seconda ipotesi alla denuncia del furto alle autorità competenti. “Un grosso ed endemico clima di omertà - come ha precisato anche il procuratore Seccia - quello in cui abbiamo dovuto operare, alcune vittime messe davanti all’evidenza continuavano a negare”.
RAGGIO D’AZIONE. I traffici avevano base tra i comuni di San Severo e Torremaggiore ma il raggio di operatività era molto più ampio, arrivando a rubare autovetture in tutto il nord foggiano, sul Gargano e perfino in Abruzzo e Molise.
L’ORGANIZZAZIONE. Struttura e ben congegnata con precisi ruoli assegnati a ciascuno degli indagati che andavano dall’eseguire materialmente i furti e le richieste estorsive, al custodire in luoghi sicuri i mezzi rubati, dalla costruzione di “spadini” (i grimaldelli necessari ad aprire le vetture), al reperimento e alla custodia delle centraline necessarie per eludere i sistemi di blocco ed antifurto delle auto, fino all’esecuzione di visure al PRA dirette ad individuare i proprietari dei veicoli. Il presunto capo Masullo Matteo, detto “Bacchetton”, giovane criminale torremaggiorese emergente, con la colaborazione dei suoi fidatissimi De Florio Vitangelo, Sacco Luigi e Piccolantonio Simone è riuscito a coinvolgere personalità di spicco del territorio, esperta nei furti d’auto, tra cui Popolo Vincenzo, Ceglia Mario, Volpe Giuseppe, Micucci Luigi e Mazzeo Antonio che si occupavano sia della ricettazione dei veicoli che del loro indirizzamento da tecnici di fiducia.
LE DONNE. Ruoli particolarmente operativi nel sodalizio criminale erano occupati da alcune donne che oltre ad operare materialmente nei furti, fungevano anche da “vedette” nelle operazioni, De Santis Anna Pia, fidanzata di Masullo e Cannarozza Eliana, fidanzata di Piccolantonio Simone; Tedesco Angela, fidanzata di Luciano Fiorenzo Pio con il quale partecipava ai furti di automezzi per conto dell’associazione, sono state infatti colpite tutte dalla misura cautelare.
Le indagini hanno permesso di identificare anche un cittadino straniero, Veliev Samir, che aveva il compito di gestire l’ingresso all’interno di un capannone alla periferia di Torremaggiore dove venivano custoditi i mezzi sottratti. Ulteriori collaborazioni al sodalizio criminoso, attraverso l’attuazione dei furti degli automezzi e relative richieste estorsive, erano fornite da altri presunti gregari della banda Cilenti Alfredo, Diomedes Matteo, e Tancredi Antonio.
ESTORSIONI. Le richieste ai proprietari variavano da 800 a 3000 euro a seconda del tipo di auto e dell’esito della contrattazione. Le auto non riscattate venivano bruciate o smantellate per essere immesse sul mercato. Gli appartenenti alla banda monitoravano capillarmente il territorio, individuando preventivamente le auto di cui studiavano nel dettaglio le abitudini dei leggittimi proprietari, arrivando a compiere più di 30 furti al giorno.