Una rilevante attività finalizzata alla vendita di fitofarmaci illegali è stata scoperta a Orta Nova
da una “task force” regionale, a cui hanno partecipato il Gruppo Carabinieri Forestale di Foggia con
il N.I.P.A.A.F., personale del Nucleo di Cerignola, di Manduria e gli Ispettori dell’ICQRF Puglia e
Basilicata.
IL PRIMO ACCERTAMENTO. La minuziosa e specifica attività di controllo, coordinata dal Gruppo Carabinieri Forestale di Foggia
e dall’ICQRF Puglia e Basilicata, ha permesso di individuare, da prima un’azienda in agro di
Orta Nova, e poi una a Manduria (Ta), dedite alla detenzione e commercializzazione di prodotti
fitofarmaci per l’agricoltura.
Durante il primo accertamento a Orta Nova, i militari e gli ispettori dell’ICQRF all’interno dei
depositi aziendali hanno riscontrato la presenza di una grande quantità di fitofarmaci privi della
dovuta autorizzazione da parte del Ministero della Sanità e quindi illegali, in quanto ne è vietato
l’utilizzo, la commercializzazione e la detenzione, nonché il deposito.
IL SECONDO CONTROLLO. Dopo il primo accertamento avendo rilevato indizi che indicavano la potenziale presenza degli stessi
fitofarmaci anche in una azienda di Manduria, si è proceduto ad effettuare un controllo anche
presso quest’ultima, rilevando la presenza di un'altra cospicua quantità di fitofarmaci non
autorizzati.
I controlli hanno permesso inoltre di rilevare che i fitofarmaci e non solo quelli illegali, erano
detenuti anche in luoghi non idonei e non autorizzati.
I SEQUESTRI. A seguito degli accertamenti, i militari e gli Ispettori dell’ICQRF hanno proceduto
nell’immediatezza al sequestro amministrativo dei fitofarmaci illegali che se commercializzati,
avrebbero avuto un valore commerciale di circa 530.000 euro (400.000 per l’azienda di Orta nova
e 130.000 per quella di Manduria).
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.