Focus sulla sicurezza, l'Università di Foggia incontra Nicola Gratteri
Nicola Gratteri torna a Foggia. Il procuratore di Catanzaro sarà infatti il protagonista del dibattito pubblico in programma giovedì 20 aprile, alle ore 16,00, nella giornata che il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Foggia ha deciso di dedicare ai temi della sicurezza. Il dialogo con gli studenti, promosso dalla direttrice Donatella Curtotti e coordinato dalla prof.ssa Roberta Aprati, è in programma nell'aula magna del Dipartimento di Giurisprudenza.
LA FIGURA. Nicola Gratteri (Gerace, Reggio Calabria; 1958) è Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro dal 21 aprile 2016. È considerato uno dei massimi esperti mondiali del fenomeno criminale denominato ‘Ndrangheta, ed è considerato dalle Intelligence di molti Paesi (tra cui gli Stati Uniti d’America) uno dei migliori magistrati viventi. Più volte in predicato di diventare Ministro della Giustizia, ha condotto circa 600 inchieste assicurando alla giustizia un numero imprecisato di criminali sia in Italia che all’estero, oltre a essere stato il primo a trasformare in “narrativa giudiziaria” le infiltrazioni della ‘Ndrangheta nel settore dell’ambiente e della salvaguardia climatica, accendendo i fari sul riciclaggio dei proventi provenienti da affari criminali condotti sotto forma di tutela ambientale.
LE DENUNCE. «Va ricordato – evidenzia la professoressa Donatella Curtotti, direttrice del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Foggia – che è stato il primo magistrato italiano, attirandosi le ire di molti politici locali dell’epoca, a denunciare che la più grande colonia di ‘ndranghetisti al mondo non fosse residente in Calabria ma in Lombardia, dove nel frattempo si erano trasferite intere famiglie criminali (dette ‘ndrine)».
IL MAGISTRATO DEI DUE MONDI. Per la complessità delle sue indagini, è soprannominato il magistrato dei due mondi (giacché molte delle sue inchieste portano ed hanno portato negli USA e nell’America del Sud). È costretto a vivere sotto scorta dall’aprile del 1989, cioè da quando la sua prima indagine aveva provocato le dimissioni dell’assessore alla Forestazione e fatto cadere l'allora Giunta regionale calabrese.
L'IMPEGNO COME MISSIONE. «L’Università di Foggia ha bisogno di testimonianze che arrivino al cuore dei giovani. Abbiamo l’obbligo di dimostrargli coi fatti che le cose possono cambiare, che il loro scetticismo verso la politica e verso il futuro può essere combattuto soprattutto con la pratica dell’etica individuale. Penso – continua Donatella Curtotti – che sia molto importante per i nostri studenti dialogare con lui. Si tratta di un uomo, oltre che un raffinato giurista, che sa parlare con il cuore, che ha fatto del suo impegno una missione, che combatte le logiche mafiose ma ancor prima quelle apparentemente più blande di tutto ciò che non è etico. Agli studenti dice sempre di studiare e di credere di poter cambiare. Ecco. Sono convinta che gli studenti abbiano bisogno di credere. Conta tanto quanto saper studiare, se non forse di più. L’aula magna sarà gremita, domani alle 16,00».
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