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Foggia – Messina 1-1 il primo tempo. Partita in bilico, meglio gli isolani

Gran gol di Cavallaro in apertura, poi solo Messina

C'è Savino Leonetti al posto di Giglio, ma c'è soprattutto il tifo rossonero: “vogliamo vincere” cantano dalla Sud, dopo coreografia d'altra categoria con tanto di tendone alzato. Dalla Nord, non sono da meno: “noi vogliamo questa vittoria”.
 
JOE SI FA BELLO. Eppure l'inizio gara è tutto degli isolani: pressing alto e palloni interessanti messi in mezzo. Il Foggia è contratto e avverte l'emozione, forse anche la tensione della partita in notturna, con tanto di passaggio su RaiSport. Ma al dodicesimo minuto è proprio il Foggia che passa: Joe Cavallaro si fa bello in tv e fende la difesa messinese da sinistra, penetrando palla al piede nel vertice dell'area di rigore, doppio-passo su due difensori e gran gol sotto l'incrocio.
 
IL PALO E IL PARI. Il Messina non accusa il colpo però. Un minuto dopo il vantaggio rossonero, su azione d'angolo è un difensore della squadra di Padalino a salvare sulla linea di porta. Passano una ventina di minuti e il Foggia è tutto dietro: prova qualche ripartenza ma Leonetti non è Cavallaro e si vede. Il Messina si dimostra squadra: Agnelli perde una palla che non deve nella mediana, Costa Ferreira  lascia partire una sassata che si stampa sul palo. È il il minuto 25 e il Foggia si salva in calcio d'angolo. Ancora qualche minuto nell'area dei padroni di casa e il Messina pareggia. Al 31esimo minuto è Costa Ferreira ad andare a segno: sciabolata da fuori area, forse una leggera deviazione e palla che finisce nel sette. Pari meritato.
 
L'ULTIMA PARTE DEL PRIMO TEMPO. Nel finale del primo tempo il leitmotiv non cambia: Foggia nervoso, Messina che attacca e produce azioni. Corona – quarant'anni d'integrità atletica e tanta, tanta esperienza – è praticamente il solito leone di sempre, forse meno brillante ma grande trascinatore. La squadra di Grassadonia – un altro ex, con il panchinaro Ignoffo – è più in palla e a centrocampo è padrona del gioco. Agnelli sottotono.  
C'è Savino Leonetti al posto di Giglio, ma c'è soprattutto il tifo rossonero: “vogliamo vincere” cantano dalla Sud, dopo coreografia d'altra categoria con tanto di tendone alzato. Dalla Nord, non sono da meno: “noi vogliamo questa vittoria”.
JOE SI FA BELLO. Eppure l'inizio gara è tutto degli isolani: pressing alto e palloni interessanti messi in mezzo. Il Foggia è contratto e avverte l'emozione, forse anche la tensione della partita in notturna, con tanto di passaggio su RaiSport. Ma al dodicesimo minuto è proprio il Foggia che passa: Joe Cavallaro si fa bello in tv e fende la difesa messinese da sinistra, penetrando palla al piede nel vertice dell'area di rigore, doppio-passo su due difensori e gran gol sotto l'incrocio.
IL PALO E IL PARI. Il Messina non accusa il colpo però. Un minuto dopo il vantaggio rossonero, su azione d'angolo è un difensore della squadra di Padalino a salvare sulla linea di porta. Passano una ventina di minuti e il Foggia è tutto dietro: prova qualche ripartenza ma Leonetti non è Cavallaro e si vede. Il Messina si dimostra squadra: Agnelli perde una palla che non deve nella mediana, Costa Ferreira  lascia partire una sassata che si stampa sul palo. È il il minuto 25 e il Foggia si salva in calcio d'angolo. Ancora qualche minuto nell'area dei padroni di casa e il Messina pareggia. Al 31esimo minuto è Costa Ferreira ad andare a segno: sciabolata da fuori area, forse una leggera deviazione e palla che finisce nel sette. Pari meritato.
L'ULTIMA PARTE DEL PRIMO TEMPO. Nel finale del primo tempo il leitmotiv non cambia: Foggia nervoso, Messina che attacca e produce azioni. Corona – quarant'anni d'integrità atletica e tanta, tanta esperienza – è praticamente il solito leone di sempre, forse meno brillante ma grande trascinatore. La squadra di Grassadonia – un altro ex, con il panchinaro Ignoffo – è più in palla e a centrocampo è padrona del gioco. Agnelli sottotono. Proprio negli ultimi minuti Leonetti riesce a presentarsi davanti al portiere ospite, sgomitando in mezzo a due avversari: la punta, quasi cadendo, è però debole. 
 
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di Redazione 


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