Stampa questa pagina

Foggia, arrestati 4 poliziotti della Stradale e un pregiudicato cerignolano

Sfruttavano la divisa per vantaggi personali. Diversi i capi d'accusa tra cui peculato d'uso e rivelazione di segreti d'ufficio

Nella mattinata odierna, nell’ambito di un’attività coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia, nella persona della dottoressa Alessandra Fini, agenti della Polizia di Stato della Squadra mobile di Foggia hanno eseguito un’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di quattro operatori della Polizia stradale di Foggia (sezione di Polizia giudiziaria), unitamente ad altro soggetto cerignolano titolare di una autodemolizione.

I CAPI D'ACCUSA. L’indagine ha consentito di acquisire gravi indizi di reato nei confronti dei quattro poliziotti ritenuti responsabili, a vario titolo e in concorso tra loro, di una serie di illecite condotte che vanno dalla corruzione al falso materiale, al peculato d’uso, alla rivelazione del segreto di ufficio, nonché all’accesso abusivo al sistema informativo interforze, condotte poste in essere nel biennio 2014/2015.

L'INDAGINE. Nel corso dell’indagine, caratterizzata da attività tecniche d’intercettazione telefonica e captazione ambientale, è stato accertato, in primo luogo, l’illecito scambio di favori da parte dei poliziotti consistenti in omissioni e/o atti contrari al dovere d’ufficio che il titolare di una concessionaria, incensurato, “ricompensava” con l’assegnazione all’agenzia di pratiche auto, gestita di fatto dagli stessi poliziotti, di numerose commesse riguardanti i trasferimenti di proprietà delle autovetture vendute. Le intercettazioni telefoniche hanno inoltre evidenziato l’esistenza di contatti illeciti tra alcuni dei poliziotti ed un pregiudicato 46enne cerignolano. In particolare, dalle attività tecniche è emerso che i poliziotti avvisavano l'uomo preventivamente rispetto ad imminenti controlli all’autodemolizione di cui lo stesso è titolare per permettergli di predisporre “adeguate contromisure” o comunque omettevano atti doverosi nei confronti di questi ed in cambio ricevevano periodicamente dal predetto parti di autovetture o servizi e regali vari senza corrisponderne il prezzo.

ATTI FALSI E INTRUSIONE NEL SISTEMA INFORMATIVO. Altrettanto evidente è la responsabilità di alcuni dei poliziotti indagati in ordine alla formazione di un atto falso al fine di celare la negligente omissione della comunicazione all’Autorità giudiziaria di una notizia di reato. E’ emerso, inoltre, un uso illecito del Sistema informativo interforze, concretizzatosi nell’accesso, per fini estranei all’attività d’ufficio, al database e nella successiva divulgazione a terzi dei dati così acquisiti, anche in cambio di illeciti compensi. In alcune occasioni alcuni dei poliziotti indagati utilizzavano le auto di servizio per finalità private.

di Redazione 


 COMMENTI
  •  reload