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Il Groove Live chiude per sempre. E lo fa in grande stile. Ecco il finale-supernova di un pezzo di storia foggiana

Il programma natalizio è una caterva di concerti per la cerimonia d'addio

E' un Natale col botto quello proposto quest'anno dal Groove Live di via Manfredonia.
Se il noto club foggiano, negli anni, non ha mai lesinato iniziative ed eventi culturali, sociali e soprattutto musicali, il programma natalizio di quest'anno è ancor più fitto rispetto agli anni precedenti perché porta con sè un senso più grande, diverso dal solito.

IL DICEMBRE INCANDESCENTE DEL GROOVE. Il dicembre caldo del Groove è iniziato da un po', ma a partire dalle due belle serate rock e metal tenutesi ieri e l'altro ieri, il programma diventa incandescente fino alla fine di questo 2018, con un tripudio di musica live, bella tosta come sempre, attraverso una caterva di concerti, praticamente uno ogni sera.

IL CARTELLONE. Stasera va in scena il "Rocky Horror Release Party - Live & Guests"; domani sarà la volta dei "Keplero - open act À Rebours"; la notte di Natale sarà animata dalla "Jingle Jam - Free Jam Session"; per Santo Stefano, poi, il Groove propone i "Whisky a Go Go play Edoardo Bennato"; mentre il 27 dicembre il palco del club sarà calcato dai "Cafè Wah & Tiro" per una grande "Rockin' Night". Si chiude il 28 con i "Dry County", tribute-band di Bon Jovi (tutte le info sulla pagina facebook e gli altri canali social del Groove Live Foggia).
E' il gran finale da supernova che Nico Ciuffreda, titolare del Groove, ha voluto regalare e regalarsi.

CERIMONIA D'ADDIO IN GRANDE STILE. Dopodiché il locale chiuderà per non riaprire più. Ed è una notizia che non avremmo voluto dare.
Quando un locale come il Groove è costretto a chiudere per sempre è tutto il territorio a perdere qualcosa.
Ebbene sì, questo speciale cartellone, a suon di brindisi, festeggiamenti e sanissima musica dal vivo, è la cerimonia d'addio, come nella migliore tradizione celtica, che celebra la dipartita di una grande avventura, in onore di ciò che il Groove è stato e per ciò che continuerà ad essere nel ricordo degli affezionati, con la speranza di poter accedere al Valhalla dei club musicali che hanno fatto la storia del capoluogo dauno e della sua provincia.
Un motivo in più per partecipare alle serate targate Groove Live di questo fine 2018 e condividere questi giorni di festa insieme a tutto lo staff del piccolo-grande tempio foggiano di musica dal vivo. Un'occasione per salutare questo luogo speciale o per conoscerlo in 'zona Cesarini', per chi non ci sia mai stato.

NICO CIUFFREDA, IL TITOLARE. Sarà l'ultima settimana, e vale la pena esserci, in cui i battenti dello stage in via Manfredonia resteranno aperti, così come siamo stati abituati a vederlo nei 5 anni di gestione di Nico Ciufffreda, ristoratore da 15 anni, amante del rock e della musica da una vita.
Un trentenne che si è fatto le ossa a Milano e che ha voluto portare a Foggia il know-how acquisito. Specie in campo musicale.
Un musicista, insomma, prima ancora che un imprenditore, con il rock che scorre nelle vene. Un chitarrista raffinato, un cantante potente (che si esibirà con la sua ottima band, i Cafè Wah, il 27 dicembre).

STORIA DEL CLUB. E', dunque, anche grazie alla sua esperienza milanese ed ai contatti che con essa ha maturato che Nico Ciuffreda ha potuto portare nel suo locale artisti di calibro, band e progetti musicali inediti e originali, top di gamma, della scena blues, rock e indie nazionale e internazionale.
La lista è lunga e attraversa più di 600 eventi.
Per citarne solo alcuni vanno ricordati nel tempo i concerti di Roberto Dellera (bassista degli Afterhours e collaboratore dei Calibro 35); Il Genio; Bermuda Acoustic Trio; Ricky Portera (fondatore degli Stadio); Edda; Ermal Meta; Johan Thiele; Stefano Verderi (tastierista de Le Vibrazioni); Ruggero dei Timidi; Duo Bucolico; Le Strisce; Lombroso; Reverend Beat Man; Elius Inferno; Bundamove; Black beat movement, con il loro funk; Felidae Trick (Germania); Coffee or Not (Belgio); Angwish (Usa).
Come non annoverare, poi, lo spazio dato a gruppi locali di grandi valore come Chroma Drama; Il Giunto di Cardano; Syd Riley and The Bad Trip, che si sono distinti e continuano a distinguersi sulla scena nazionale.

FESTIVAL E DANCEHALL. Così come lo spazio concesso alle selezioni territoriali di festival importanti, il Pistoia Blues e il Woody Groove su tutti, organizzate a puntino, con giurie di giornalisti ed esperti del settore, dove gli appassionati di musica hanno potuto conoscere gruppi molto forti come i baresi Moregunfield, per esempio.
Senza contare la grande apertura ad altri generi musicali come il reggae, l'hip-hop e la dancehall, in collaborazione con l'intramontabile Mr. Pushman e i suoi "Wicked Friday", attraverso cui un locale come il Groove, con la sua capienza, ha contribuito a portare la yard foggiana al top del panorama internazionale, con ospiti, tra i tanti, quali dj War (Sud Sound System); Reddog e Boom Buzz (dei mitici Funky Pushertz); M1 (Dead Prez); Yardbeat (dal Giappone).
Di scena anche la dub nel club di via Manfrednia con la crew Garganistan Hi-Fi, indiscussa regina del sound-system autoprodotto di Capitanata, in occasione di un benefit-day, ancora una volta organizzato da Pushman, a favore dei terremotati di Amatrice.
Rammentando, infine, che, sempre il Groove Live è stato l'unico locale ad ospitare nella storia del capoluogo dauno un concerto bomba dei Colle der Fomento, tra i padri e king indiscussi del rap made in Italy. Un live fortemente voluto anche da Andrea Cavaliere, ex-socio di Nico Ciuffreda.

TRAMONTO DI UN PROGETTO. Guardo Nico negli occhi nel momento in cui mi comunica la notizia: assume un'espressione più seriosa del solito, greve. La delusione dipinge il suo volto. E apprendo che ciò che sta giungendo al capollinea non è soltanto un'attività, un esercizio commerciale.
Comprendo, invece, che a colare a picco è un sogno, un progetto, un locale pensato per vivere di musica, nella musica e con la musica, una filosofia, insomma.
Capisco, di più, che la dimensione di questa notizia non riguarda soltanto Nico ma si estende ben oltre la sua sfera individuale, assume, probabilmente, la dimensione di un piccolo-grande fallimento collettivo.
Le spese di gestione sono diventate insostenibili, per un club, una tavola calda e una grande 'balera americana anni '50-'60', dal design che spazia tra generi di stile bebop, pin-up, rockabilly.
"Una cosa che ho capito benissimo - mi spiega Nico - è che quasi tutte le leggi di mercato applicabili ed applicate in qualsiasi centro medio-piccolo italiano non valgono molto quando sei a Foggia, perché questo territorio è un pò 'particolare'".

BEI RICORDI. "Resta la soddisfazione - mi dice - di essere stati aperti ad ogni forma d'arte. Siamo stati location per esposizioni di opere fotografiche e pittoriche. Abbiamo ospitato spettacoli teatrali e di danza. In estate, esposizioni d'auto e moto d'epoca, con annesse mini-fiere dell'art-tattoo. Per molto tempo il Groove è stato l'unico locale del territorio, e lo è ancora, ad avere un palco di livello, sia interno che esterno, completo di back-line e regia audio-luci, con una programmazione continua tutto l'anno. Per due anni di fila, per compensare il fenomeno dilagante delle cover-band, ci siamo inventati il 'Groove on Stage', un contest per gruppi emergenti che non chiedeva quote di iscrizione e attribuiva un premio di mille euro al vincitore. Quando abbiamo aperto, nel 2013, si veniva da un periodo in cui quasi nessun locale sul territorio faceva musica dal vivo. Noi, negli ultimi 5 anni, abbiamo contribuito ad accendere in modo determinante la miccia del live-music a Foggia, una miccia che ora è diventata un falò, perché, adesso, fortunatamente, si suona praticamente ovunque. Ricordo con gioia - continua Nico - gli amori nati, le coppie che si sono conosciute nel nostro locale e poi si sono sposate, mi ringraziano spesso anche per questo".

CHE SIA UN'ARRIVEDERCI. "Adesso - conclude - si tratterà di vedere cosa inventarci, vendere l'attività e andare avanti. Il Groove sta chiudendo perché non rispecchia più ciò che è stato il progetto iniziale, non ha senso per me andare avanti proponendo il pub e le solite cover-band come fanno tutti. Purtroppo è quello che ci toccherebbe fare per sostenere le spese di una struttura così complessa. Quindi a meno che non ci siano altri progetti in ballo o situazioni diverse non ha senso continuare. L'utenza che abbiamo, per ciò che proponiamo, non è abbastanza ampia da permetterci di andare avanti con il nostro progetto".
La speranza resta...Che il sogno di Nico continui in un arrivederci anziché in un addio.

di Fabrizio Sereno


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