Erano una ottantina circa i manifestanti che ieri pomeriggio hanno sfidato freddo e umidità per attraversare le vie cittadine dietro un eloquente striscione che, in poche parole, riassumeva le intenzioni dei dimostranti: “Tutti insieme emarginiamo la corruzione. Difendiamo la città”. La Marcia contro la corruzione in Capitanata, ieri pomeriggio, è scivolata via nel giro di un paio di ore, in una città sonnacchiosa e quasi indifferente.
Ma gli organizzatori non demordono e rilanciano: “Questo è un primo passo, noi andiamo avanti”. Convinti e compatti, sicuri di dare inizio ad una “contaminazione collettiva” che possa alimentare le buone pratiche della legalità e del vivere civile. Una Marcia contro il malaffare, piccolo o grande che sia, che giorno dopo giorno sottrae ai foggiani i diritti, il senso del merito (e quindi risorse umane) e il quieto vivere. Non solo un gesto dimostrativo, quindi, ma un momento propositivo e di confronto nel quale ognuno, dal piccolo palco allestito in piazza Cesare Battisti, ha chiesto più diritti, trasparenza nelle decisioni che riguardano la collettività e l’istituzione di una Consulta per la legalità. L’evento è stato promosso e organizzato da “Donne in rete” insieme a numerose tra associazioni, realtà e coordinamenti cittadini quali Adiconsum, Acli, Agedo, Aquilone, Arcigay, Cicloamici, Comitato 50/50, Capitanata Futura, Filo Di Arianna, Fuori Circuito, Impegno Donna, Murales, Rete delle donne per la Rivoluzione Gentile, Unicef ed il mensile free-press 6Donna.