6 novembre 1992 – 6 novembre 2015: il ricordo di Giovanni Panunzio
Libera celebra l'uomo che si è voluto ribellare
Sono passati 23 anni, ma la città di Foggia non dimentica. Il 6 novembre 1992 veniva ucciso a Foggia Giovanni Panunzio, imprenditore edile. Oggi, il coordinamento provinciale di Libera dedica a lui questo ricordo.
L’OMAGGIO DI LIBERA. La storia di Giovanni Panunzio è nota: un costruttore che ha deciso di ribellarsi e rompere il silenzio che esisteva in quegli anni nel suo settore, uno dei più discussi e poco trasparenti della città. A Foggia la criminalità organizzata controllava pesantemente il settore dell'edilizia, in cui continua tutt'oggi a infiltrarsi.
Tanti conoscono la storia di Panunzio, ma sono ancora pochi quelli che seguono il suo esempio e denunciano.
Sicuramente sono stati fatti tanti passi avanti e c'è un'attenzione particolare al tema del racket delle estorsioni, soprattutto da parte delle istituzioni e del mondo dell’associazionismo.
Ma c’è ancora tanto da fare. Non si può abbassare la guardia contro una criminalità che continua a “fare affari” e che proprio di recente ha ripreso a sparare e a compiere attentati.
In questo quadro l'unica soluzione è organizzarsi, mettere insieme le forze di tutti coloro che vogliono reagire sempre più fortemente alle catene costruite dalla criminalità e che bloccano la crescita e lo sviluppo del territorio.
C'è bisogno di una rete vera, un'unione che produca fatti e opere concrete, partendo dal riutilizzo sociale dei beni confiscati, dalla richiesta di trasparenza e di lotta alla corruzione all'interno di tutte le amministrazioni pubbliche. Non c'è più spazio per indecisioni o errori. Bisogna scegliere nettamente da che parte stare e canalizzare le energie verso la costruzione dell’antimafia sociale, ognuno con le proprie modalità, evitando spaccature e polemiche su questi temi.
L'esempio di Giovanni Panunzio è il faro da seguire e la memoria della sua vita e della sua ribellione al sopruso del malaffare è profondamente radicata nelle nostre attività, l'unico modo che conosciamo per rendere vivo il ricordo di Giovanni e di tutte le vittime innocenti delle mafie.
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