“A partire dal 5 agosto 2014 al 31 gennaio 2015, è fatto divieto a chiunque, sull’intero territorio comunale, sulla pubblica via e su tutte le aree soggette a pubblico passaggio, offrire o richiedere prestazioni sessuali a pagamento. La violazione si concretizza con qualsiasi atteggiamento o modalità comportamentale, compreso l’abbigliamento, che manifesti inequivocabilmente l’intenzione di adescare o di esercitare il meretricio e con l’avvicinare le persone di cui sopra richiedendo e/o concordando prestazioni sessuali a pagamento o appartandosi al fine di porre in essere la condotta”.
L'ORDINANZA. Era nell’aria e puntuale è arrivata: è l’ordinanza del sindaco di Foggia, Franco Landella, “per contrastare la prostituzione su strada e per la tutela della sicurezza urbana”. Nel documento – scaricabile in fondo alla pagina – si fa riferimento all’ordinanza sindacale n. 71 del 23 luglio 2013 (1 agosto 2013- 31 dicembre 2013), grazie alla quale “si è registrata una significativa azione di contrasto del fenomeno della prostituzione su strada grazie all'intensa attività posta in essere dalle forze di polizia operanti sul territorio”.
TRA CENTRO E PERIFERIA. È proprio ripensando ai risultati ottenuti in quei mesi - confrontati con il ritorno della prostituzione appena allentata la morsa -, che il primo cittadino ha voluto riproporre l’ordinanza per contrastare un fenomeno che “recentemente si è ripresentato, in maniera dilagante, anche in zone ubicate nel cuore del centro cittadino” oltre alla pericolosità per la “circolazione stradale sia urbana che extraurbana, con particolare riferimento alla SS. 16 adriatica, nel tratto ricadente nell'ambito territoriale del Comune di Foggia”.
LE MULTE. “Nei confronti delle persone che risulteranno recidive, a partire dalla violazione accertata in poi, la sanzione verrà sempre applicata nella misura massima di 500 euro. Le persone dedite alla prostituzione - si legge nell'ordinanza -, vittime di violenza o di grave sfruttamento ovvero in stato di particolare disagio, potranno essere avviate a programmi di sostegno e reinserimento psicologico e sociale attivi sul territorio comunale per il loro recupero“.
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