LA RICOSTRUZIONE. Le due donne presentatesi all’appuntamento, con l’inganno erano state indotte a bere una bibita contenente una sostanza narcotizzante e, approfittando dello stato d’incoscienza, madre e figlio si erano appropriati degli oggetti in oro che le vittime indossavano nonché del contenuto delle loro borse (denaro contante ed effetti personali). La ragazza marocchina, dopo essere stata derubata era stata abbandonata in aperta campagna.
Per gli inquirenti è stato possibile giungere ai due perché, per contattare le vittime, hanno utilizzato schede telefoniche intestate al figlio 20enne. Le vittime, inoltre, visionate le foto segnaletiche, hanno riconosciuto nei due arrestati, senza ombra di dubbio, gli autori delle rapine da loro subite.