Gianni De Rosa, il consigliere comunale del PdL coinvolto nel “pasticciaccio brutto” dello
scandalo dei pass auto per disabili - fasulli o utilizzati in modo improprio - sollevato pochi giorni fa dagli ausiliari del traffico, sente il bisogno di chiarire la sua posizione ed esce allo scoperto. E lo fa consegnando la sua versione dei fatti ai giornalisti de
La Gazzetta di Capitanata, mettendoci faccia, nome e cognome. Quel nome che in tanti – compresi sei “colleghi” consiglieri – hanno chiesto di conoscere, legittimamente e animatamente.
LA VERSIONE DI DE ROSA. Innanzitutto, il consigliere pidiellino precisa sul numero dei pass. Sono tre in tutto: due pass per disabili (intestati rispettivamente alla madre e alla suocera) mentre il terzo è un pass residenti. Con metodo e rigore, il consigliere prova a chiarire la sua posizione sulle pagine del dorsetto regionale de La Gazzetta del Mezzogiorno di questa mattina. “Mia moglie, Tiziana Tosini, è intestataria delle due auto ad uso familiare, una Mercedes ed una Polo – si legge a pagina 8 - e io stesso, unitamente alla mia consorte, sono in possesso di due pass per disabili intestati rispettivamente a Wanda Lentini, mia madre, 94 anni, invalida al 100% e a Maria Benedetti, 91 anni, mia suocera. Sono inoltre titolare del permesso gratuito per la prima auto come residente in zona corso Cairoli”. Anche sulla questione del pass fotocopiato fornisce la sua versione e riconduce tutto ad un “mero errore di distrazione”. Il consigliere comunale sostiene che il pass incriminato era stato fotocopiato “ai fini di un ricorso all’autorità prefettizia per l’annullamento di un verbale” e che l’originale era nel vano porta oggetti dell’altra auto in suo possesso. Circostanza fatta notare agli ausiliari del traffico intervenuti e messa a verbale. Dopo aver fornito la sua versione dei fatti, De Rosa si è detto disponibile a chiarimenti sulla vicenda con quanti lo riterranno opportuno, colleghi consiglieri compresi. Ascoltate entrambe le campane, adesso, è il momento di fare ordine. Non solo sul "caso", ma sull’intera vicenda: sono un centinaio, infatti, i pass per disabili risultati non in regola o usati in modo improprio. Ed è su questo che bisogna fare chiarezza.