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Allarme punteruolo rosso a Foggia, il killer delle palme ha causato l'abbattimento di numerose piante

È allarme punteruolo rosso per le palme 'foggiane'. Il pericoloso parassita, che si annida nelle piante portandole alla morte in poco tempo, sta causando l'abbattimento in città di numerosi esemplari. E il rischio è che possano rivelarsi nuovi focolai d'infestazione.

I TRONCONI. I primi sintomi si sono avuti già anni fa e diverse palme malate sono state private delle foglie e coperte da teli per tentarne il salvataggio. Un'operazione rivelatasi vana. In questi giorni, con una nota indirizzata al Comune, l'osservatorio fitosanitario regionale ha intimato l'abbattimento di tutti i tronconi per evitare il diffondersi di focolai d'infestazione.

LE OPERAZIONI. “Stiamo procedendo secondo quanto ordinato dalla Regione" ha dichiarato a Foggia Città Aperta Vincenzo Iascone, agronomo della società che gestisce il verde pubblico. “Tutti i tronconi presenti in città dovranno essere abbattuti, anche per questioni di sicurezza”. In particolare, numerosi esemplari sono stati abbattuti su Corso Roma, rimasta priva di zone d'ombra in diversi tratti. “Il lavoro deve necessariamente essere lento – spiega ancora il tecnico agronomo – poiché bisogna procedere dall'alto in basso nel taglio. Non abbiamo un censimento ma riteniamo siano circa un centinaio su strade pubbliche. Peraltro, la Regione ha ordinato la stessa operazione anche a chi detiene esemplari attaccati dal parassita all'interno dei giardini privati”. Servirà un'ordinanza del sindaco in tal caso.

PERICOLO PUNTERUOLO. Le operazioni hanno però riservato una brutta sorpresa: “Durante il taglio è stato possibile osservare insetti vivi. È vero che nella stagione calda il punteruolo ha un'attività rallentata tuttavia il principio di precauzione potrebbe portare a tagli anche di ulteriori esemplari”. È questo il caso ad esempio delle palme che abbellivano il marciapiede antistante San Giuseppe Artigiano, abbattute qualche giorno fa. E c'è il rischio che il problema sia molto più vasto.

di Michele Gramazio


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