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Non era merito suo la B, non ha colpe sul fallimento: Landella e calcio a Foggia, tra responsabilità e opportunità

Premessa d'obbligo: Franco Landella è un tifoso del Foggia. Anzi, molto tifoso. Senza questa premessa sarebbe impossibile valutare con distacco il delicato ruolo che il primo cittadino si appresta ad assumere. Il titolo sportivo di un'intera città, a ridosso del centenario, è nelle sue mani. Sarà lui a dover decidere a chi affidare il nuovo corso del calcio a Foggia. Il primo passo, però è stata una falsa partenza: la sua amministrazione ha infatti emanato un bando per la manifestazione d'interesse, rettificato dopo poche ore. (Leggi:  Foggia calcio, il bando del Comune era sbagliato: arriva la rettifica, per l'ammissione in serie D occorrono 300mila euro)

LA CAMPAGNA ELETTORALE. Tifo a parte, Landella con il Foggia ci ha già giocato, politicamente. E' indubbio che il sindaco abbia "usato" il Foggia calcio anche nella recente campagna elettorale. Dire durante un confronto politico di "aver portato il Foggia in serie B" è stata una forzatura. Altrettanto indubbio, però, è stato l'impegno del primo cittadino nel creare le condizioni ideali per la famiglia Sannella (anche se la luna di miele ha rischiato di interrompersi per questioni legate allo stadio) e nel sostegno dato al sodalizio rossonero. In sostanza, l'appoggio non è mai mancato ma prendersi il merito della promozione è stato un po' azzardato. 

LA DELUSIONE. Anche perché, a giochi fatti, potrebbe rivelarsi un boomerang. Prendersi il merito della B e dell'unione di intenti con i fratelli Sannella non può essere slegato da quanto accaduto negli ultimi tempi a Foggia. Il primo cittadino ci ha provato a 'salvare' almeno la serie C: ha chiamato a raccolta gli imprenditori, ha chiesto uno sforzo ulteriore alle realtà presenti sul territorio e ha cercato di portare avanti la "colletta" per raggranellare la cifra necessaria all'iscrizione. Non ce l'ha fatta. Ovviamente non può essere accusato, non può essere una sua responsabilità. Ma se non poteva costringere gli imprenditori a investire, certo in qualità di primo cittadino - e avendo "spalleggiato" la società in ricorsi e controricorsi -, come ha fatto a non accorgersi, fino a pochi giorni dalla scadenza dell'iscrizione, che i Sannella i soldi non li avrebbero investiti? Ingenuo o calcolatore (in vista elettorale ha tenuto tutto sotto silenzio)? 

IL FUTURO. Detto questo, la situazione sembra abbastanza semplice: Franco Landella, il sindaco/tifoso, non aveva (particolari) meriti nella promozione in B e non ha (particolari) colpe nel fallimento. Ora, però, ha una grande responsabilità che fa rima con possibilità. Ora si parte da zero. La società che prenderà in carico il Foggia passa da lui. Ma non solo oggi. Tutto quello che accadrà nel futuro calcistico foggiano si decide in questi giorni. E allora sì che Franco Landella potrà avere meriti o colpe. Da riconoscere o rinfacciare. Confidando che la mente dell'amministratore e il cuore del tifoso siano bilanciati. E che magari la nuova società possa davvero essere "vincolata" alla trasparenza verso i tifosi e alimentare quel settore giovanile attraverso quelle strutture sportive di cui da decine di anni si parla senza agire.

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di Redazione 


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