Mercato e calcio giocato. Il Foggia si appresta ad affrontare il Catania, avversario domani sera allo Zaccheria, con due diversi stati d’animo. Quello di chi è appena arrivato in casacca rossonera dalla finestra di mercato invernale che ha ridisegnato la formazione-tipo, e quella di chi è rimasto e sa che domani sera si gioca tanto, soprattutto per riconquistare una parte della tifoseria.
IL MISTER. In mezzo c’è lui, quel Mirko Cudini richiamato sulla panchina rossonera con una missione precisa: far uscire i rossoneri dall’incubo in cui sono piombati da qualche settimana. Il tecnico non può esimersi dal giudicare il mercato rossonero: “Siamo rientrati in una situazione in evoluzione – dice nella conferenza pre gara – cercando giocatori con caratteristiche funzionali al nostro tipo di gioco. Sono contento dei ragazzi che sono arrivati, le basi sono quella di una disposizione tattica ben precisa”. Domani c’è il Catania, definita da Cudini “la squadra più completa del campionato”: “Hanno fatto un mercato importante, hanno avuto alti e bassi ma noi non possiamo permetterci passi falsi. Andiamo alla ricerca del risultato”. Conterà anche l’aspetto mentale: “Bisogna dare serenità a questi ragazzi ma si può fare solo con i risultati. Ce la possiamo giocare con tutti ma dobbiamo stare più attenti nei dettagli. I tifosi? Ho parlato con qualcuno di loro in settimana. Ora dobbiamo stare vicini alla squadra. Dobbiamo coinvolgerli il più possibile nello starci vicino. Chiediamo vicinanza, il Foggia è un patrimonio di tutti e va difeso”.
IL MERCATO. Non sarà semplice risollevare l’umore di un gruppo depresso dopo gli ultimi risultati: “C’era bisogno di cambiare vento dentro gli spogliatoi, ho trovato grosse disponibilità da parte di tutti – afferma Cudini – molti dicono che la società vuole giocare con il 4-3-3, io ho sempre praticato quel tipo di gioco. Sono stato deluso dal mio addio, ma io credo che questa piazza possa ambire a qualcosa di diverso. Quello che è stato fatto ora forse andava fatto questa estate, al mercato a volte bisogna adeguarsi”. Accanto a Cudini ci sarà Ricchetti come secondo allenatore: “Antognozzi ha deciso di trovare un altro accordo con la società, abbiamo optato per Ricchetti con cui ho avuto la fortuna di giocarci insieme, c’è una bella amicizia che ci lega”. Il tecnico poi analizza i nuovi acquisti: “Tenkorang è un giocatore duttile e offensivo, è una mezz’ala che sa riempire l’area e ci darà grossa propensione offensiva. Gagliano l’ho seguito da diverso tempo, è una prima punta che ha un buon mancino, Mattia Rolando è un giocatore con un buon piede e buona padronanza, Manneh (ufficiale il suo ingaggio, ndr) è un giocatore rapido e ci darà una buona spinta sulla fascia mentre Ercolani è un giocatore duttile che sa anche impostare”. Dei nuovi arrivati tutti disponibili, Millico invece ha lavorato differenziato e non ci sarà Di Noia, alle prese di nuovo con un problema al flessore. La squadra rossonera si è rinforzata soprattutto in attacco: “Abbiamo cambiato caratteristiche, ci aspettavamo qualcosa di più da quelli che avevamo – ammette Cudini – siamo andati quindi alla ricerca di qualcosa di diverso. E’ il reparto in cui forse siamo mancati, perché in difesa avevamo fatto bene”. Intanto, arriva anche Alessandro Silvestro in prestito dall’Inter.
IL PASSATO. Cudini torna poi sul passato: “Potevamo ambire a qualcosa di diverso ma qualche prestazione non ci ha dato ragione – spiega Cudini – se avessimo vinto in casa con il Benevento non avremmo rubato nulla e anche a Crotone abbiamo fatto bene. La prestazione di Picerno invece ha lasciato dei segni, in quella settimana si è ripresentato l’aspetto negativo che in alcuni giocatori veniva fuori nelle difficoltà. Qualche giocatore forse aveva perso gli stimoli, ma la squadra se l’è sempre giocata”. Nessun problema invece con lo spogliatoio: “C’è sempre stato un rapporto molto schietto, non è vero che il gruppo ha esonerato il mister. Non cerco rivalse con nessun, ho solo un percorso da portare avanti”.
Il PRESENTE. Il Foggia viene fuori da 4 sconfitte consecutive, denotando anche una fragilità mentale: “Se alla minima difficoltà non reagiamo tutto si fa più complicato – spiega il tecnico rossonero – a Francavilla abbiamo sofferto poco ma c’è mancata quella cattiveria per poterla ribaltare o quantomeno pareggiare. Con giocatori mentalmente più stimolati queste fragilità non devono più esserci. Le partite si possono determinare anche con giocatori appena arrivati, c’è bisogno di tutti”.