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Foggia città 30, non è solo questione di numeri: "Cambia il linguaggio urbano, si restituisce spazio agli uomini togliendo monopolio alle auto"

L'intervento del WWF sul tema

Non è solo un discorso di velocità e chilometri. Le "Zone 30" vanno spiegate bene perchè altrimenti si rischia di ridurre il discorso a una mera contrapposizione superficiale tra favorevoli e contrari, senza conoscere appieno le potenzialità e le modalità del provvedimento. Un primo tentativo di inserirsi nella discussione lo fa il WWF Foggia, che con una nota irrompe nella discussione in atto ormai da giorni anche nella nostra città e prova a riordinare le idee sulla ratio di un'idea che, ovviamente, supporta.

IL LINGUAGGIO URBANO. "Iniziamo con l’affermare - spiegano dal WWF - che le 'Zone 30' sono nate negli anni sessanta nei Paesi Bassi per salvaguardare i bambini dal traffico cittadino, ergo non è una novità ma esiste un esperienza di quasi 60 anni. Da qui si precisa che 'Città 30' non significa limitare la velocità delle automobili in tutto il contesto urbanizzato bensì esclusivamente nelle aree in cui c’è la necessità, ovvero si punta a cambiare il concetto stesso di mobilità a seconda del tipo di strada, di quartiere o zona cittadina, significa ridare la giusta funzione ad ogni spazio delle vie etc..". Come evidenzia il WWF, "cambia quindi il 'linguaggio' urbano (come ben spiegò il noto architetto urbanista Matteo Dondè nel 2021 in occasione di un convegno presso l’Istituto Pascal), cambia la 'democrazia dello spazio pubblico' (la ridistribuzione dello spazio delle vie per tutti gli utenti) nel tentativo di dare l’opportunità alle persone di vivere diversamente le città nate 'anagraficamente' più in funzione delle automobili che delle persone. La “Zona 30” quindi è un tentativo di restituire la città agli uomini togliendo l’egemonia e il monopolio alle automobili.

I VANTAGGI. Fra i benefici delle “Zone 30” - sottolinea il WWF - possiamo annoverare la riduzione degli incidenti stradali, diminuzione delle emissioni nocive dovute agli scarichi delle auto, riduzione della congestione stradale, valorizzazione dei mezzi pubblici, maggior utilizzo delle piste ciclabili e pedonali; ma non solo, la città vissuta a misura d’Uomo genera un effetto domino benefico sulle attività commerciali, sui cittadini più fragili (disabili, anziani o bambini), sulla “bellezza” estetica delle città, sulla biodiversità urbana… e questo provoca anche un benessere emotivo nei cittadini.

LA QUALITA' DELLA VITA. "La parola chiave - concludono dal WWF - è quindi 'Città a misura d’Uomo', dobbiamo solo capire se vogliamo arrivarci adesso o con 50 anni di ritardo, ed una città come Foggia, oggi nota più per i fatti di cronaca nera o flop politici, non può permettersi di trascurare proposte lungimiranti come quelle discusse in questi giorni; creare Zone 30 annesse a nuove strategie legate alla mobilità cittadina è fondamentale avere nuove visioni e creare nuovi paradigmi perché Foggia ha bisogno di scrollarsi di dosso la nomea di 'ultima in tutte le classifiche', passando così da 'fardello' a 'modello' di una Capitanata ancora oggi orfana del suo capoluogo".

di Redazione 


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