Un sorriso per i pazienti: a Foggia è boom di 'nasi rossi', ecco i nuovi clown-dottori
Nuovi nasi rossi all’orizzonte. Si è svolto a Foggia il I corso di Clownterapia organizzato da associazioni di volontariato. L’idea, fortemente voluta dalla referente provinciale Jole Figurella (Gloria clown dottore), è stata sostenuta da alcune associazioni locali, come l’E.R.A. sezione provinciale di Foggia, che in collaborazione con l’associazione Il Cuore Onlus, nella figura del referente nazionale Fulvio Fusco (Paciok clown dottore), hanno cosi formato nasi rossi nella provincia di Foggia.
I CLOWN DOTTORI. “Nell’immaginario collettivo - spiega Jole Figurella - parlare di clownterapia significa proiettare nella propria mente medici in camici bianchi, con nasi rossi e buffi palloncini tra le mani, che tentano di portare un sorriso tra i bambini malati nei reparti ospedalieri. Questa assistenza in ambiente sanitario ha dietro di sé una vera formazione, spesso tra volontari, che non si limita all’aspetto ludico e che non coinvolge solamente piccoli pazienti”. “L’Associazione Cuore Onlus – aggiunge Fulvio Fusco - rappresenta un esempio italiano di clown dottori, che utilizza questa terapia anche in orfanotrofi, case di cura, centri anziani, asili e case famiglia, cercando di creare un rapporto empatico con la persona bisognosa di sollievo e assistenza”.
L’EMPATIA. Visto l’alto numero di richieste sono previste tre date nel nuovo anno per i prossimi corsi. “Rispetto agli altri, il clown dottore – spiegano gli organizzatori- gioca tutto su una semplice parolina: empatia. Ognuno di noi non la possiede nel curriculum che presenta, ma è proprio compito del corso cercare di estrapolarla da ogni volontario che vuole affrontare questo percorso. Il corso nasce per tirare fuori il clown che è in ognuno di noi e si articola in due fasi: quattro giorni teorici e tre giorni di pratica, che vengono effettuati dopo una settimana-quindici giorni dal primo step. Non siamo clown con coriandoli e trombette, non siano animatori di feste per bambini, a noi quello che interessa è l’approccio empatico”.
L’ESPERIENZA. L’obiettivo è far trascorrere del tempo al paziente in cui tutte le problematiche del corpo o della mente vengono dimenticate. Il tempo, quando i clown entrano nei reparti o nelle case di cura, passa velocemente e nel paziente si crea una soluzione di attesa, che lo porta ad aver bisogno di un ritorno. “Abbiamo fatto terapia insieme al paziente - raccontano i clown dottore Panda, Koala, Pluto, Pallina, Popino, Moto Moto, Gas Gas, Dumba, Gloria, Dotty Peluche, Minù - perché parlare di terapia del sorriso è un po’ limitante, in quanto si riesce a portare sollievo alla persona, anche nelle situazioni più disperate. In questo modo il clown volontario capta e si trascina dietro un bagaglio ogni volta diverso, che racconta la storia della persona con cui è entrata in contatto. Ovviamente non deve farsi carico di tutte le problematiche che ascolta, e anche qui entrano in gioco delle tecniche che abbiamo imparato per caricarsi e scaricarsi dei pesi, riuscendo a tornare a casa ogni volta maggiormente formati”.
IL VOLONTARIATO. “La clownterapia – sottolinea il Presidente del Ce.Se.Vo.Ca., Pasquale Marchese - porta a un percorso duplice, che riesce ad arricchire il volontario e ad alleggerire il peso della sofferenza e della malattia del paziente. La lezione è quella del padre di tutti i Clown, Patch Adams: «L’amore è un concetto che si è perso. Non è solo un sentimento, non è una bella sensazione nella pancia, ma una materia complessa, intelligente e importante. Bisognerebbe insegnarlo nelle scuole, un’ora al giorno, cinque giorni a settimana, per tredici anni, come la matematica»” (per informazioni sulle date dei prossimi corsi contattare i seguenti recapiti email jolefig@tiscali.it oppure eraprovincialefoggia@tiscali.it).
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