Il ritorno a casa di Francesca Ventriglia: a Foggia in scena “Adda passa’ a nuttata”
Con Marco Sanna sul palco del Teatro dei Limoni
Arriva dalla Sardegna il prossimo spettacolo della stagione teatrale GIiallocoraggioso. È “Adda passa’ a nuttata”, prodotto dalla compagnia sassarese Meridiano Zero, scritto, diretto e interpretato da Marco Sanna e dalla foggiana Francesca Ventriglia che torna, dopo anni, a recitare nella sua città natale. (Spettacolo in programma il 23 e 24 febbraio, info e prenotazioni: 3249948645 - info@teatrodeilimoni.it).
LO SPETTACOLO. “Adda passa’ a nuttata” è il primo passo della trilogia shakespeariana trash (B-tragedies) che ha portato la compagnia ad affrontare tre grandi tragedie: Macbeth, Amleto e Otello.
Tre linee si incrociano: il Macbeth di William Shakespeare, l’efferata violenza dei nostri giorni, dove fatti di sangue proliferano in ambienti domestici in tutta la loro meccanicità/spietatezza, e una riflessione sull’essere attori e sul pubblico, sulla difficoltà di un mestiere che, superato il giovanile ardore, fa i conti con gli ostacoli della realtà e si scontra, spesso, con un pubblico di ectoplasmi.
I riferimenti a Eduardo formano l’ossatura attorno a cui si innesta il corpo di un lavoro ironico, tragico ed equilibrato, che ha nella semplicità e nell’essenzialità i suoi punti di forza.
Si tratta di un lavoro in bassa fedeltà, per fronteggiare la crisi. Alla base c’è una coppia, una particella familiare infeconda e infetta, un nucleo respingente che non contempla l’esistenza del mondo al di fuori delle proprie quattro mura di casa, che distrugge tutto ciò che osa interporsi fra loro e la ricerca della pace, della tranquillità. Due anziani coniugi chiusi in un luogo di detenzione, che non verrà mai svelato. Sappiamo che hanno commesso delle azioni atroci, delitti feroci che hanno dimenticato e di cui ricordano solo brevi particolari nella loro memoria a sprazzi. Sono due tenere figure, nonostante i segni delle atrocità commesse, due amabili vecchietti che si tengono per mano dopo aver commesso una strage. Lo spettacolo gioca continuamente fra alto e basso, fra immaginario splatter e poesia.
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