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Foggia, parla Carillo: “Ci prendiamo le nostre responsabilità ma non è vero che ci sono problemi nello spogliatoio. Questa squadra si rialzerà”

“Siamo consapevoli della maglia che indossiamo, siamo dispiaciuti ma l’impegno non è mai mancato”. Ci mette la faccia il capitano Luigi Carillo, dopo l’ennesimo periodo delicato in casa Foggia.

L’AMBIENTE. La sconfitta inaspettata contro il Sorrento non solo ha causato le dimissioni di Capuano ma ha gettato in depressione un intero ambiente, che al momento è sguarnito di allenatore e ha un disperato bisogno di punti già a partire dal derby contro il Cerignola allo Zaccheria. “Siamo più che consapevoli delle nostre responsabilità, noi non ci nascondiamo dietro nulla - dichiara in sala stampa - ma quello che si dice non è vero. Lo spogliatoio è sano, il campo dice che stiamo andando male. Ora c’è da tenere bassa la testa e pedalare”. Sullo sfondo sembra evidente un problema di tenuta mentale della squadra, che sia contro il Catania che contro il Sorrento è praticamente sparita dal campo aver preso il primo gol degli avversari. “Dobbiamo migliorare la gestione del risultato, è subentrata un po’ di ansia e dobbiamo scrollarcela di dosso perché siamo una squadra importante. Dobbiamo ribaltare la classifica”.

LA PARTITA. Domani (giovedì 31 ottobre, ore 20.45) allo Zaccheria arriva l’Audace Cerignola, lanciata in classifica e non intenzionata a fermarsi: “Affrontiamo una squadra tosta ma sono convinto che troveremo un ambiente a favore nostro. Siamo contenti di giocare in casa perché può essere un momento di unione e rinascita - afferma Carillo -, non siamo né brocchi né campioni. Non c’è stato nulla di assurdo dopo la sconfitta contro il Sorrento. Abbiamo dato la massima disponibilità sia a Brambilla che a Capuano, con due moduli completamente diversi di giocare. Non c’è nessun problema nel gruppo, remiamo tutti nella stessa direzione”. Il difensore rossonero elogia i gialloblù che hanno grandi potenzialità soprattutto in attacco: “Hanno giocatori di esperienza e sono molto compatti ma noi giochiamo in casa e dobbiamo dare una risposta a noi innanzitutto e poi alla città”. I tifosi però si interrogano soprattutto su come si può uscire da questa situazione: “In momenti come questo ci vogliono gli uomini, sta a noi dimostrare quanto teniamo a questa maglia. Ho sentito che abbiamo giocato contro l’allenatore, non esiste né in cielo né in terra. Come ci tiriamo fuori da questa situazione? Io conosco solo la strada del lavoro”.

LE DIFFICOLTÀ. Nel gruppo rossonero prevale la rabbia: “Purtroppo i fatti dicono che ancora non siamo alla massima espressione di quello che potremmo fare - dice il capitano -, il continuo cambio modulo non ci ha aiutati ma noi siamo responsabili della nostra situazione. Dobbiamo farci un esame di coscienza e capire cosa ognuno di noi può dare un più. Ma sono convinto che questa squadra si rialzerà”.

di Redazione 


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