Cambiano le amministrazioni ma senza risultati concreti per i residenti
I residenti della Strada Provinciale 115, quella che unisce Foggia e Troia, a pochi chilometri dal centro abitato del capoluogo dauno, lamentano da molti anni l’assenza di un condotto fognario che consenta loro di evitare lo scarico delle acque reflue, prodotte dalle proprie abitazioni, in fosse biologiche, che comporta elevati rischi di inquinamento delle falde acquifere.
LA FOGNA A 900 METRI E LA SUCCESSIVA PETIZIONE. A intercettare l’istanza, questa volta, è il MeetUp “FoVea”, il quale fa sapere che “già dal 13 giugno 1997, e consecutivamente alla realizzazione del tratto fognante Foggia-Borgo Segezia del 18 febbraio 1998, i residenti chiesero che la derivazione della condotta venisse prolungata 900 metri al fine di consentire l’allaccio delle abitazioni alla condotta fognaria”. In quel caso, si apprende, la richiesta fu vana e i residenti, nel 2011, misero in atto una petizione indirizzata all’allora sindaco del Comune di Foggia Gianni Mongelli, all’ Assessore ai lavori pubblici Vinicio di Gioia (richiesta protocollata il 23 novembre 2011 – n°119811), nonché, alla Provincia di Foggia ponendola all’attenzione del Presidente Antonio Pepe e dell’Ingegner Potito Belgioioso deputato alla progettazione e direzione dei lavori pubblici.
IL SOLLECITO CONSEGNATO AL SINDACO LANDELLA. “Il 23 settembre 2015 – si legge ancora nella nota – non avendo avuto risposte dagli amministratori interessati, i residenti hanno prodotto un sollecito, inviando la richiesta al neo sindaco Franco Landella, al Dirigente ai lavori pubblici comunali Potito Belgioioso, all’Assessore ai lavori pubblici Antonio Bove e all’Assessore ai lavori pubblici della Provincia Pasquale Russo (richiesta protocollata il 24 settembre 2015 – n°82873)”.
“CIO’ CHE SPETTEREBBE DI DIRITTO”. Ad oggi, si apprende, entrambe le petizioni non hanno sortito alcun risultato: i residenti, dopo vent’anni esatti di richieste, petizioni, istanze e proteste, sono ancora privi di una idonea rete fognaria, così come sottolineano gli attivisti del Meetup “FoVea” che, fanno sapere, continueranno nel loro intento di “fare chiarezza su una problematica che mette in difficoltà non poche famiglie che chiedono ciò che gli spetterebbe di diritto”.
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