Giobbe Covatta va nel futuro e "rilegge" il presente: a Foggia l'appello (tra le risate) per salvare il Pianeta
Teatro del Fuoco gremito per "Sei gradi"
Un mappamondo, una lavagna e un leggio. E, indosso, una maglietta con un ‘Urlo’ rivisitato e una scritta eloquente: Nuclear emergency. Giobbe Covatta si è presentato così sul palco del (tutto esaurito) Teatro del Fuoco di Foggia, nell’appuntamento targato Bellavita eventi. Parole, tante. Risate, pure. E numeri. Perché dopo ‘7’ (come i vizi capitali) e ‘30’ (il numero degli articoli della Carta dei Diritti dell’Uomo), la numerologia “covattiana” si sofferma sul sei.
LO SPETTACOLO. Sei, come l’aumento, in gradi centigradi, della temperatura del nostro Pianeta. Quello che “stiamo mandando a put***”, inspiegabilmente. Giobbe Covatta alterna momenti didascalici a battute, riferimenti politici – sul palco si passa dalla Santanchè alla Boschi, da Berlusconi a Salvini – a freddure e giochi di parole tipici del comico napoletano. Ma a farla da padrone è il costante riferimento alla sostenibilità ambientale e i cambiamenti climatici. Covatta si immagina nel futuro e “rilegge” il passato/presente in diversi periodi storici, nei quali la temperatura media della Terra aumenta, gradualmente, di uno, due, tre, quattro, cinque e, appunto, sei gradi.
IL SENSO. Sulla lavagna abbozza disegni e modelli per spiegare la “lezione”. Ma cerca di divulgare senza scendere eccessivamente nel tecnico. La priorità di Covatta è illustrare la deriva a cui il Pianeta sembra essere inesorabilmente destinato, senza una presa di coscienza e una consapevolezza. È proprio questo il leitmotiv dell’intero spettacolo: sorridere di una catastrofe ma immaginare possibili soluzioni, per non essere l’Orchestrina del Titanic e affondare, suonando come se nulla fosse. (foto Mariano Russo)
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