Officine Digitali, in fiamme l'azienda: "Non molliamo ma chiediamo un aiuto"
Un corto circuito mentre erano in pausa dal lavoro. Hanno visto andare in fiamme un’ala del capannone e divampare un incendio, domato solo grazie dell’intervento dei vigili del fuoco. Perchè non bastavano il Covid e gli effetti della pandemia, sia strappando persone a loro care che danneggiandoli economicamente: Officine Digitali, lo scorso 22 gennaio, ha visto andare in fumo, letteralmente, un pezzo di laboratorio.
L'AZIENDA. Sono oltre 20 anni che Daniela, Gianluca e Valter lavorano assieme: si occupano di stampa e servizi per la stampa, nella loro azienda in via Di Cave (Villaggio Artigiani). Come tutti, hanno affrontato - e continuano a farlo - la piaga del Coronavirus. Ma ora, quelle fiamme hanno contribuito a rendere ancor più lontana la ripresa. Nonostante le difficoltà, però, hanno deciso di non mollare. "Tiriamo le somme, riflettiamo sull’imprevisto che segna, ma non molliamo, perché ci crediamo, perché Officine Digitali siamo noi e siamo qui, vivi e combattivi".
LA RACCOLTA FONDI. Ma non basta, le risorse iniziano a mancare, e per essere nuovamente operativi si necessita di ripristinare il laboratorio e i macchinari andati distrutti dalle fiamme. "Sappiamo che l’attenzione del genere umano è sempre alta, sappiamo che non siamo soli, per questo a testa alta vi raccontiamo la nostra storia, perché diventi uno spaccato di vita anche di chi ci legge.
E per questo abbiamo pensato che l’unione fa la forza, avere persone che ci aiutino a rialzarci, che ci permettano di continuare dopo 20 anni, che ci tendino la mano per essere ancora in piedi forti e attivi". Da qui, l'idea: "Abbiamo aperto una raccolta fondi (qui il link per informazioni e per donare), grazie alla quale ci auguriamo di poter almeno iniziare a respirare, iniziare a sistemare quello che il fuoco ha incenerito sotto i nostri occhi impotenti .
Vi chiediamo di supportarci, perché solo così, soltanto in questo modo potremo lenire questo difficile momento ed evitare di essere l’ennesima azienda che getta la spugna e si lascia morire.
Meritiamo di andare avanti e speriamo di farlo, anche grazie al vostro libero contributo”.
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