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Videosorveglianza, bollino di "qualità", questionari e tutele: antiracket, le proposte della Foggia che reagisce

Numerosa. Partecipe. Coinvolta. La Foggia che reagisce c’è, eccome. Si è riunita nell’auditorium Santa Chiara, rispondendo presente alla chiamata a raccolta di Libera. Un incontro – confronto che ha il sapore della “svolta”, come l’ha ribattezzata il procuratore della Repubblica, Ludovico Vaccaro, ospite e relatore insieme al prefetto Massimo Mariani. Ma non è stato un tradizionale convegno, è stato più che altro un laboratorio. Ulteriore passo del percorso che l’associazione contro le mafie sta portando avanti da tempo e che a Foggia ha vissuto il momento più alto nella manifestazione nazionale dello scorso 21 marzo. 

CONTRO LE ESTORSIONI. “Anch’io denuncio” il titolo di un incontro antiracket che ha portato anche le istanze delle realtà imprenditoriali del territorio. La voce di chi vuole essere sicuro di avere tutele, garanzie e protezione da quella “squadra Stato”, avvertita così presente negli ultimi giorni in città. Le tre scimmiette non chiudono più gli occhi, non si coprono la bocca e non si tappano le orecchie. Al contrario, parlano e denunciano. Da cittadini, da persone, da mamme, da papà, prima ancora che da imprenditori. Nell’auditorium Santa Chiara si è avvertita meno distanza tra istituzioni e comunità, ma ora la sfida è ancora più intrigante: non dilapidare questo tesoretto. La ‘svolta’ del 21 febbraio porta con sé la convinzione che qualcosa si stia smuovendo. Ma serve ancora più coraggio. e non sono mancate idee e proposte concrete. Una su tutte: “Serve più videosorveglianza in città”. E su questo tutti d’accordo, tra forze dell’ordine e commercianti, ma è necessario reperire risorse. E ancora la proposta di questionari anonimi da sottoporre ai vari esercenti: “Se in una via un negozio di un determinato settore paga il pizzo – ha ribadito Vaccaro -, è molto probabile che la stessa richiesta estorsiva sia stata fatta ad altre attività imprenditoriali”. Da Libera, poi, la proposta di un ‘bollino’ di qualità, sul modello “No-slot” (affisso nei bar che per scelta non ospitano macchinette videopoker), per comprare nei luoghi in cui non si paga il pizzo. Ma la lotta alla criminalità passa anche dai piccoli gesti. “Indossare il casco sullo scooter o non pagare il parcheggiatore abusivo – ha sottolineato il prefetto, Mariani – sono le prime reazioni all’illegalità quotidiana”. 

IMPEGNO CONCRETO. Dopo due ore di incontro, ancora tutti lì. A parlare e ascoltare. Un confronto che però ha bisogno, al di là del messaggio positivo inviato, di un effetto concreto. Da qui la volontà di rivedersi quanto prima per analizzare i passi compiuti dopo questo incontro. Così come dopo la marcia della legalità dello scorso anno Libera ha promosso eventi ‘Oltre il 21 marzo’, sarà necessario rivedersi e agire anche “Oltre il 21 febbraio”. E chissà che non rappresenti davvero ‘la svolta’.

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di Redazione 


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