Foggia, il messaggio del vescovo 'parla' ai ragazzi: "Apriamo sale, cortili e campetti delle parrocchie per creare luoghi di aggregazione"
In occazione della festività patronale, ecco il messaggio dell'arcivescovo di Foggia - Bovino, S.E. Mons. Vincenzo Pelvi alla città di Foggia (foto Marzia Anelli).
IL MESSAGGIO. La storia dei nostri giorni sta dando segni di regressione, con il ritorno a forme di egoismo
e a conflitti anacronistici che si ritenevano superati. In particolare si sta sfilacciando l’alleanza
tra le generazioni, per cui quello che hanno insegnato gli anziani, non si considera più valido
e ciò che desiderano i più giovani viene definito sogno dagli adulti e non un’esperienza
concreta e propositiva per il futuro.
Vorrei, perciò, riflettere con voi sui nostri ragazzi. Non tanto sui giovani che possiedono già
risorse scolastiche e lavorative per progettare oltre le difficoltà, ma sugli adolescenti che
avvertono l’urgenza di aprirsi agli altri, di incontrarsi e vivere nuove amicizie. Sono loro i
veri protagonisti della ripartenza umana e sociale della Città.
Eppure noi adulti li stiamo facendo crescere nel mito della prestazione, all’ombra
dell’onnipotenza, del risultato a tutti i costi, nella logica della competizione e dell’accumulo
che deve nascondere ogni difficoltà e ignorare ogni limite. Ci troviamo, così, con ragazzi
angosciati, incapaci di far fronte alla durezza della realtà, presi da disturbi di insonnia e
autolesionismo, perché non aiutati ad affrontare il dolore. Nell’animo degli adolescenti,
infatti, troviamo impressi fallimenti e ricordi tristi, molte le ferite delle sconfitte della propria
storia, dei desideri frustrati, delle ingiustizie subite, del non essersi sentiti amati.
Accendiamo i riflettori sugli adolescenti: più che di psicofarmaci hanno bisogno di ascolto,
accoglienza, dialogo. Tanti di loro più che depressi sono tristi, in cerca di affetto e
comprensione.
Pur restando la fragilità dell’età in bilico tra infanzia ed età adulta, i nostri adolescenti non
siano lasciati soli. La loro è la stagione della vita in cui si formano l’identità, la libertà, la
coscienza, il senso civico. I ragazzi hanno molto da donare alla Città, sono antenne che
portano agli adulti il futuro nel presente pieno di affanni e incertezze.
Quanto la comunità cittadina e la stessa comunità ecclesiale prova nel cuore di fronte ai
ragazzi? E’ giunto il tempo di non stare a guardare ma accompagnare gli adolescenti con
intelligenza, passione, coraggio e generosità. Dalle recenti statistiche risulta che il 47 per
cento degli adolescenti si dichiara non credente. Lo si nota con quell’abbandono fisiologico
e quel rifiuto di riferimento a figure religiose che si verifica dopo la celebrazione dei
sacramenti dell’Eucaristia e della Confermazione. Essi vanno ascoltati, non descritti, quando
non ritengono la Chiesa significativa per la propria esistenza. Anzi alcuni sentono la sua
presenza come fastidiosa e irritante. Ciò è dovuto anche agli scandali sessuali ed economici, all’impreparazione di sacerdoti che non sanno intercettare adeguatamente la loro sensibilità,
alla mancanza di adulti significativi.
Quale slancio e freschezza c’è nelle parrocchie riguardo l’adolescenza? Sappiamo
accogliere le provocazioni dei nostri ragazzi, metterci in gioco, intercettare il loro modo di
vivere e pensare? Quanto investimento di fiducia, quanti stimoli di creatività sappiamo
offrire? Quali educatori abbiamo preparato per il mondo adolescenziale? E quali spazi
offriamo loro per farli abitare e farvi abitare i nostri ragazzi, coinvolgendo anche gli adulti?
Apriamo sale, cortili, campetti delle nostre parrocchie. Diamo strutture ecclesiastiche,
particolarmente quelle del centro storico, come luoghi di aggregazione che rifanno crescere
una generazione nuova. Gli adolescenti hanno dentro un desiderio di fraternità, una ricerca di
armonia con la natura, una particolare sensibilità artistica, un grande bisogno di comunicare,
privilegiando la via della bellezza.
Ripartiamo con un’azione pastorale coraggiosa e sinergica che può portare lontano e
certamente cambiare il volto della nostra terra, bisognosa di processi di trasformazione
impensabili e imprevedibili. Abitiamo il presente dei nostri ragazzi, non il passato o il futuro.
Non facciamo paralizzare dall’amarezza e dalla nostalgia del passato, non concentriamoci
sulle incertezze del domani, non lasciamoci ossessionare dai timori per l’avvenire. E’ il
momento di ascoltare i nostri ragazzi per reinventarsi e mettersi in discussione, cogliendo il
senso delle cose che veramente contano.
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.