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Il Foggia si riscatta in Coppa Italia: Di Grazia e Curcio affondano il Messina

I rossoneri vincono 2-0, negli ottavi di finale incontreranno la Fidelis Andria

Subito in campo dopo la sconfitta in campionato contro la Turris. Il Foggia di Zeman ha l’occasione di riscattarsi nel turno infrasettimanale di coppa Italia. Allo Zaccheria arriva il Messina, liquidata con un perentorio 2-0 con due reti nel primo tempo. I rossoneri accedono agli ottavi di finale nel gruppo D, dove se la vedranno contro la Fidelis Andria che ha ribaltato, ai tempi supplementari, l'iniziale vantaggio della Virtus Francavilla riacciuffato al novantesimo.
 
Notizia aggiornata ore 22,15
  
FOGGIA - Messina 2-0 27' Di Grazia (F), Curcio rig. (F).

FORMAZIONI. Zeman cambia poco rispetto alla gara contro la Turris. Petermann parte dal primo minuto per sostituire l’infortunato Maselli, Gallo lascia il posto a Rizzo Pinna. Nel tridente c’è Di Grazia dal primo minuto. Rivoluzione nel Messina, l'allenatore Sullo dà spazio a molti giovani. 

PRIMO TEMPO. La prima occasione è del Foggia. Schema su punizione dalla destra, Petermann serve all’indietro Curcio che però cicca l’impatto con il pallone. Due minuti dopo si invola Busatto, rientro sul destro ma conclusione fiacca dal limite dell’area di rigore. Strepitoso Volpe al 9’: Catania supera in velocità Martino e si presenta a tu per tu con il portiere rossonero che però chiude lo specchio e devia in angolo. Il laterale destro rossonero è in difficoltà e al 19’ Catania si presenta nuovamente sul vertice dell’area di rigore, il suo assist al centro è preda ancora di Volpe. Il Foggia si scuote, un minuto dopo bella combinazione tra Di Grazia e Nicoletti, scarico per Rocca che tira di prima intenzione di poco alto. Vukusic al 25’ ha l’occasione di battere a rete dal dischetto dopo un rimpallo difensivo ma la conclusione è debole. Al 27’ il Foggia passa: break di Petermann che poi serve perfettamente Rocca in profondità, servizio al centro per Di Grazia che deve solo depositare in rete. Passano cinque minuti e Merkaj in iena area è atterrato da Carillo. È rigore trasformato con freddezza da Curcio. Al 41’ bella azione dei rossoneri che sfiorano il tris: si sgancia Di Pasquale che libera sulla destra Merkaj, pallone al centro d’esterno per Di Grazia che tira a mezz’altezza trovando la respinta di Fusco. Sulle ali dell’entusiasmo ci prova Rocca dopo un triangolo di qualità con Curcio ma il portiere siciliano è ancora pronto ad opporsi.

SECONDO TEMPO. La prima emozione del secondo tempo arriva al 49’. Rocca entra in area e viene atterrato, Di Grazia è lesto e insacca ma l’arbitro annulla per un precedente tocco di mano del centrocampista. Al 53’ Busatto si presenta solo davanti a Volpe ma perde l’attimo giusto e Di Pasquale è bravo a contrastarlo. Due minuti dopo Curcio di tacco smarca al limite Di Grazia ma il suo tiro sfiora la traversa. Serve un intervento strepitoso di Volpe con la mano di richiamo al 58’ per evitare la rete di Catania sul suo tiro potente a giro dal limite. La gara non ha un attimo di pausa: Merkaj in area servito da Curcio, para Fusco. Dall’altro lato ancora Catania conclude da distanza ravvicinata, Volpe si rifugia in angolo. Al 70’ occasionissima del Messina, sfonda sulla sinistra Goncalves, tiro a botta sicura che colpisce in pieno il palo a portiere battuto. Si fa male Di Pasquale al 77’ e al suo posto entra Girasole. Subentra la stanchezza e la partita perde d’intensità. L’ultimo squillo è di Curcio che batte a volo su schema d’angolo concludendo però altissimo. Il Foggia accede agli ottavi di finale di coppa Italia nel gruppo D. Se la vedrà contro la Virtus Francavilla, corsara ad Andria.

FORMAZIONI. FOGGIA (4-3-3) Volpe – Martino, Di Pasquale, Sciacca, Nicoletti – Rizzo Pinna (64’ Gallo), Petermann, Rocca – Di Grazia, Merkaj, Curcio.

MESSINA (4-4-2). Fusco – Goncalves, Carillo, Fantoni, Rondinella (83’ Morelli)– Catania (68’ Simonetti), Konate, Marginean (68’ Fofana), Distefano – Vukusic (61’ Adorante), Busatto, Distefano.

AMMONIZIONI. 49’ Konate (M), 66’ Adorante (M), 77’ Rocca (F)

di Michele Gramazio


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