Una riflessione da giornalista/tifoso a poche ore da Foggia-Messina
Io non lo so cosa succederà quest'estate, teoricamente (e tocco ferro) potremmo anche non iscriverci al campionato e quindi il risultato di questa partita diventerebbe ininfluente. Oppure no. Ma se anche fosse così penso che dovremmo mettercela tutta per vincere e salvarci almeno sul campo. Quelli che partiranno dal primo minuto, quelli che saranno in panchina e pure noi che saremo in Curva (Sì, certi giornalisti vanno in Curva, ma questo è un altro discorso).
OGNUNO IL PROPRIO DOVERE. Che nessuno pensi di lasciarsi andare alla prima difficoltà, che nessuno pensi di tornare a casa senza aver tirato fuori fino all'ultima goccia di sudore o l'ultimo filo di voce. Sportivamente è stata un'annata storta, a livello societario peggio ancora, per non parlare di quello che è successo a Potenza. Ma oggi serve uno scatto d'orgoglio, serve giocare come fosse una finale. Una di quelle partite di cui, nel bene o nel male, resterà un ricordo anche ai tifosi con poca memoria come me. Da vincere per tornare a casa convinti di aver fatto, almeno oggi, il proprio dovere. Poi domani i calciatori potranno pensare "dove" giocheranno l'anno prossimo. E noi ci chiederemo "se" giocheremo l'anno prossimo. Ma questo da domani, che poi sarebbe Pasqua, un giorno che già in passato ha cambiato tutto. Oggi, però, andiamo a vincere.
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