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"Foggia Meticcia", i "braccianti fantasma" e il primo corteo dei diritti al grido di "We Need Yes"

Chiedono documenti, contratti e condizioni di lavoro dignitose, con loro "Campagne in lotta" e "Pro/fuga"

Alla fine della manifestazione, l’esito del primo incontro di discussione chiesto e ottenuto in Prefettura, durante la protesta, pacifica e vibrata (come non se ne erano mai viste a Foggia su un tema eppure così vicino al territorio), è il rinvio a 2 tavoli tecnici, fissati per mercoledì e giovedì prossimo, dove si cercherà di affrontare in modo più risoluto il problema dello sfruttamento nelle campagne a partire dalla tutela dei “braccianti fantasma”, dei lavoratori in nero, ghettizzati, vessati dal caporalato e dall’intera filiera agricola, ancora oggi "distratta", quando non connivente con i fenomeni d’illegalità e le bieche pratiche criminali diffuse sui campi di pomodoro del Foggiano e nelle campagne di altre zone d’Italia. Lavoro “sporco” che cancella i diritti dei lavoratori e induce ad un forte degrado della dignità umana, fino ad annullarla.

IL CORTEO. E’ per questa battaglia che ieri un folto corteo di braccianti, in parte gran parte delle comunità migranti, ha sfilato, dal primo pomeriggio, fino a sera, per le strade principali del capoluogo, da via Manfredonia fino in Prefettura. Al loro fianco la rete nazionale Campagne in Lotta e il laboratorio politico sulle migrazioni Pro/Fuga-Foggia Meticcia. Tutti insieme hanno invocato a gran voce il rispetto dei diritti e un trattamento uguale per tutti: documenti, servizi minimi garantiti di vita e lavoro, applicazioni di contratti legali: queste le richieste al prefetto di Foggia, Maria Tirone, e (con azioni simboliche volutamente provocatorie) alla Coldiretti locale, il cui presidente, Giuseppe De Filippo, alla fine ha accettato il confronto con il prefetto e i rappresentanti delle associazioni, aderendo anche ai prossimi due tavoli tecnici sulla questione. Scaturiti, va detto, dallo strenuo rifiuto mostrato dai manifestanti verso le risposte, giudicate vaghe, che, ad un certo punto, piovevano sul corteo dalle stanze della Prefettura.
Così, con un colpo di coda fuori programma, i manifestanti hanno iniziato a sfilare di corsa, al grido di “We need Yes”, “Abbiamo bisogno di un Sì”, verso la stazione, dove hanno mostrato il loro dissenso anche ad autisti e passanti, per poi tornare a sedersi davanti alla Prefettura, ormai al calar del buio. Gli agenti, in tenuta anti-sommossa, lì, a fare da cornice all’ordine pubblico.

IL FUTURO DEI DIRITTI NELLE CAMPAGNE. Ora, a partire da ieri e dai prossimi due incontri, l’obiettivo, così annunciato da Pro/Fuga-Foggia Meticcia, è tenere alta l’attenzione e continuare la lotta dei diritti dei braccianti agricoli tutto l’anno, non soltanto ogni maledetto agosto.

di Fabrizio Sereno


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