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Un secolo di arte, a Foggia in mostra “Picasso, Fontana, Burri e il Novecento

Curata dal gallerista Giuseppe Benvenuto

Prestigiosi capolavori di artisti internazionali, articolati in un percorso espositivo che, partendo dalla prima metà del secolo scorso, ci offre uno spaccato dell'evoluzione artistica fino ai nostri giorni. È questo il ricco repertorio proposto dalla mostra “Picasso, Fontana, Burri e il Novecento”, curata dal gallerista Giuseppe Benvenuto, che si apre l’11 novembre alla Contemporanea Galleria d'Arte di Foggia (viale Michelangelo 65), fino al 7 gennaio 2022.

PABLO PICASSO. L'itinerario artistico sorprendentemente vasto e differenziato si compone di un corpus di circa 30 opere – tra cui il celebre Harlequin (1966, 54x69 cm) del grande genio del XX secolo Pablo Picasso (1881-1973), litografia parte di un'edizione limitata di 60 esemplari firmati dall'artista. Nell'opera tutto contribuisce a creare una sensazione di malinconia: dalla predominanza del blu e del rosa negli abiti, all'atteggiamento mesto e pensoso, fino allo sguardo sommesso di un Arlecchino estremamente lontano dallo stereotipo della maschera allegra, solitamente dedita a scherzi e burle, cui siamo abituati. L'arte di Picasso, a lungo teatro dell'emarginazione sociale, riserva molto spazio ai personaggi del circo e alle maschere della commedia dell'arte e in particolare l'Arlecchino è un tema ricorrente con cui esprimere vicinanza al mondo degli emarginati.

LA POP ART. Del massimo rappresentante della Pop Art americana, Andy Warhol (1928-1987), Contemporanea Galleria permette di ammirare da vicino la serigrafia intitolata Ladies and Gentlemen II.130 (1975), parte di una provocatoria serie di 10 tele realizzate in edizione limitata di 125 esemplari - firmati e numerati in originale – commissionata dal collezionista Anselmino un anno prima. Il soggetto, con lo sguardo sfrontato e diretto verso chi guarda, è dapprima fotografato con una polaroid ed in seguito dallo scatto è realizzata la serigrafia, completando il tutto con larghi tocchi di colore. Con questa serie l'artista prende le distanze dagli iconici ritratti dedicati alle celebrità, fotografando le drag queen al The Gilded Grape, il night club di New York sulla West 45th Street, e consentendo così l'ingresso nell'arte a figure che non ne hanno mai fatto parte e considerate a lungo ai margini, catturate in tutta la loro teatralità.

LA SCUOLA DI PIAZZA DEL POPOLO. Restando sull'onda della Pop Art italiana ed europea, nel percorso espositivo incontriamo due Smalti e acrilico su tela (1990-96) di Schifano (1934-1998), artista e regista italiano ed anche il principale esponente della Scuola di Piazza del Popolo, movimento artistico nato a Roma negli anni '60. Schifano si allontana dalle fredde immagini patinate di Warhol, dando all'atto creativo un accento più emotivo, ravvisabile nelle pennellate irregolari, testimoni della materialità del gesto pittorico. Appartengono alla medesima scuola anche Giosetta Fioroni (1932), Valerio Adami (1935) e Tano Festa (1938-1988), dei quali la mostra presenta rispettivamente L'angelo custode (2003, 70x50 cm), Disegno (1970) e Tecnica mista su carta intelata (1962). L'opera della Fioroni è una tecnica mista su carta che rivela la sua caratteristica visionarietà, attraverso la quale esprime la sua infanzia, memore dei lavori di Klein, apprezzati negli anni parigini. Schizzi, macchie e campiture di colore si fanno così portatori di una narrazione e di un messaggio legato al ricordo e al substrato della memoria.

L’ARTE POVERA. Al movimento della Scuola di Piazza del Popolo si avvicina anche Jannis Kounellis (1936-2017), importante esponente dell'Arte Povera e del quale, presso la Galleria, si può osservare un disegno Senza Titolo (1990, 20x30 cm), realizzato con tecnica mista su carta (20x30 cm). Fautore di un'arte intesa come uscita dal quadro, in cui l'artista passa dalla rappresentazione alla presenza, nei suoi disegni si nasconde il substrato più intimo e profondo di sé, in un horror vacui di traiettorie confuse sulla superficie bianca.

LO SPAZIALISMO. È a Lucio Fontana (1899-1968), ideatore dello Spazialismo, che si deve un'autentica rivoluzione spaziale, attraverso incisioni e tagli nella tela, alla ricerca di possibilità inedite oltre il quadro. Con il Manifiesto blanco l'arte di Fontana, concepita come un'unità fisico-psichica, focalizza i propri elementi fondanti, quali luce, suono, tempo e spazio. La serigrafia con incisioni intitolata Concetto spaziale (1965, 49.6 x 69.9 cm), presente in mostra, è firmata e datata in basso a matita. La tela smette di essere un supporto, divenendo materia plasmabile, modificabile, oltrepassabile ed in grado di inglobare lo spazio nell'opera d'arte.

I NUOVI SIGNIFICATI. Con Alberto Burri (1915-1995) ed Enrico Castellani (1930-2017) il processo creativo continua a rispondere alla necessità di esprimersi in maniera totalmente libera, fino ad intaccare la normale configurazione dell'oggetto e del supporto. Entrambi, tra gli anni '40 e '60, lavorano sul superamento del concetto di tela: il primo manipolando sacchi e plastiche, attraverso processi di combustione, tagli e cuciture; il secondo facendo uso di superfici estroflesse e introflesse. Esponente dell'informale materico, Burri dà un significato nuovo e poetico alla cosa banale e all'oggetto ritenuto uno scarto. Dell'artista la mostra accoglie Museo di Capodimonte (1978, 64,50x89,50 cm), opera appartenente alla Fondazione Palazzo Albizzini, Collezione Burri, Città di Castello 1986, con tiratura e firma in basso a matita. Castellani sviluppa l'eredità di Lucio Fontana, trasformando la bidimensionalità della tela in uno spazio fisico e concettuale e negli anni '60, assieme a Piero Manzoni, dà vita alla Galleria Azimut di Milano, il cui punto di partenza è l'indagine del tempo, dello spazio e del ritmo nel supporto della tela violata. Superficie bianca (58x44 cm) è un'opera portatrice di una notevole carica emotiva che offre una partecipazione attiva, invitando lo spettatore ad esplorare realtà intime mai indagate. Anche la Dadamaino (1930-2004), pseudonimo di Edoarda Emilia Maino, entra in contatto con gli artisti del gruppo Azimuth. In galleria il suo Progetto per serigrafia (Inversione Cromatica) (1975, 30x30 cm), un acrilico su tela cartonata, proveniente dall'Archivio Dadamaino, in cui nega il colore, optando per un bianco totale da cui scaturisce un ritmo dinamico.

GLI ALTRI ARTISTI. Questi solo alcuni dei nomi degli artisti le cui opere presenzieranno presso Contemporanea Galleria d'Arte di Foggia nella stagione autunnale. A completare la cospicua raccolta, le opere di Raoul Dufy (1877–1953), Fortunato Depero (1892-1960), Massimo Campigli (1895–1971), André Masson (1896-1987), Graham Sutherland (1903-1980), Renato Guttuso (1911-1987), Maria Lai (1919–2013), Enrico Baj (1924-2003), Piero Dorazio (1927-2005), Agostino Bonalumi (1935-2013), Renato Mambor (1936-2014), Dennis Oppenheim (1938–2011), Haring Keith (1958-1990) Arnaldo Pomodoro (1926), Mario Ceroli (1938), Giulio Paolini (1940), Ugo Nespolo (1941), Enzo cucchi (1949), Omar Galliani (1954) e tanti altri.

GLI ORARI. La mostra sarà aperta dal lunedì al sabato (10.30-13.00 / 16.30-20.30). Per maggiori informazioni: artebenvenuto@gmail.com

di Redazione 


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