Omicidio al ghetto, arrestato presunto assassino: si era barricato, temeva il linciaggio
Futili motivi all’origine del litigio
Si era barricato all’interno di un manufatto, circondato da numerose persone che manifestavano intenti aggressivi nei suoi confronti. È così che i Carabinieri sono riusciti a individuare e bloccare Mariko Tahitov, arrestato con l’accusa di essere l’assassino di Ibrahim Traore, il 34enne ucciso a coltellate all’interno del Gran ghetto (LEGGI: Tragedia nel Gran ghetto: violenta lite finisce a coltellate, muore 34enne).
L’AGGRESSIONE. I carabinieri, dopo aver raccolto una serie di testimonianze, sono riusciti a evitare che la situazione degenerasse, hanno tranquillizzato i presenti e hanno bloccato l’aggressore, portandolo poi presso il Comando della Compagnia locale. È stato anche ritrovato il coltello con il quale era stata colpita la vittima.
L’ARRESTO. Le indagini condotte dai militari hanno permesso di appurare che l’aggressore, classe ’90, aveva avuto un litigio per futili motivi con la vittima, poi degenerata con le coltellate. Sulla base dei numerosi elementi raccolti dai Carabinieri, la Procura della Repubblica di Foggia ha emesso un fermo di indiziato di delitto nei confronti del 26enne, portato in carcere a Foggia.
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