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Raccolta degli oli da cucina, il Comune di Foggia approva il bando per affidare il servizio. Ma non toccherebbe ad Amiu?

Pubblicato l’avviso pubblico per incrementare la differenziata

Il Comune di Foggia ha approvato l’avviso di manifestazione d’interesse per affidare in concessione il servizio di “raccolta e smaltimento degli oli esausti di origine vegetale da utenze domestiche” per un periodo di tre anni. Il provvedimento è motivato dalla volontà di incrementare la percentuale di raccolta differenziata per “il raggiungimento degli obiettivi di economia circolare e di contrasto allo spreco”. Un’iniziativa lodevole con un dubbio di fondo: ma, secondo il contratto di servizio, non toccherebbe ad Amiu?.

L’AVVISO PUBBLICO. La determina del 30 settembre scorso, è stata pubblicata pochi giorni fa, a firma del dirigente del Comune di Foggia, Paolo Affatato. L’avviso pubblico ricerca operatori cui affidare “la fornitura, posa in opera e manutenzione di 20 contenitori da 200 litri, il servizio di svuotamento quanto meno mensile, la raccolta e il trasporto presso piattaforme autorizzate nonché la realizzazione di un’adeguata campagna di comunicazione con manifesti 3*6 e 2000 depliant. La scelta avverrà con affidamento diretto secondo il miglior prezzo offerto per litro di olio conferito, con un prezzo base di 20 centesimi.

LA DELIBERA. Era stata una delibera della Giunta Landella, votata all’unanimità nel dicembre 2020, a dare l’atto di indirizzo agli uffici del Servizio Ambiente. Fu stabilito di affidare a terzi “il servizio di raccolta, trasporto e recupero di olio vegetale esausto di provenienza domestica con codice Cer 20.01.25 e della raccolta di indumenti usati con codice 20.01.10 e 20.01.11”. Sotto l’aspetto ambientale si tiene conto che “gli oli vegetali che residuano dalla frittura degli alimenti, vengono versati negli scarichi domestici causando problemi alle condotte fognarie e anche ai depuratori più sofisticati determinando la contaminazione delle acque sotterranee e delle acque superficiali”. Sotto l’aspetto economico, invece, “la raccolta e lo smaltimento degli oli esausti, essendo frazione recuperabile, contribuisce al raggiungimento degli obiettivi di raccolta, aumentando le percentuali di raccolta differenziata con conseguente riduzione dell’aliquota di Ecotassa”.

MANCATA ATTIVAZIONE. Finalmente, dunque, il Comune di Foggia corre ai ripari. Nei provvedimenti, infatti si prende atto che non esiste “un sistema organizzato di raccolta”. Ma è qui che sorgono i dubbi. Perché non ci sono punti di conferimento degli oli esausti? Il contratto di servizio firmato con l’ Amiu nel 2013 e tuttora vigente, in realtà all’art. 4 impegna l’azienda di igiene urbana alla raccolta anche dell’olio vegetale. Nei primi anni di attività gli oli di frittura potevano essere conferiti in corso del Mezzogiorno ma il servizio fu interrotto da un giorno all’altro senza alcuna informazione ai cittadini. Da allora i foggiani responsabili hanno cercato di barcamenarsi e organizzarsi in autonomia per smaltire i residui delle fritture con punti di conferimento anche presso privati. Eppure, ancora oggi, sul sito dell’Amiu Foggia si legge che è possibile conferire “olio vegetale da cucina” . Non si tratta solo di una questione caprina visto e considerato che l’importo del contratto di servizio, pari a oltre 22milioni di euro annuali, è versato sulla base di tutte le attività previste. Una ragione in più per metter fine alle proroghe temporanee del servizio e riaffrontare in maniera armonica l’accordo complessivo con l’Azienda di igiene urbana.

di Michele Gramazio


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